Con il 90 per cento degli hotel ancora chiusi sarà difficile ridare ossigeno, almeno nell’immediato, al sistema turistico pugliese ridotto all’asfissia dal lockdown. E anche il ripristino dei voli Alitalia sulla rotta Malpensa-Bari,-scattato ieri, sembra essere più funzionale alle esigenze di mobilità legate ad affari e pendolarismo o alla riabilitazione dallo choc psicologico da isolamento.
La descrizione dello stato dell’arte sta tutta nella laconica formula verbale del presidente pugliese di Federalberghi, Francesco Caizzi: «È ancora tutto fermo». Il sistema dell’accoglienza, dal Gargano al Salento, se non proprio spento, si può dire in fase di stand-by: attende tempi e circostanze favorevoli per riaccendere i motori. Esemplare è il contesto barese, «con gli alberghi più importanti che non hanno ancora aperto i battenti, dall’Executive all’Oriente, fino all’Hotel delle Nazioni, al Nicolaus, passando per l’Hotel Moderno», evidenzia Caizzi, per il quale «la riattivazione dei collegamenti tra Bari e Milano Malpensa è solo un tassello».
Difficile in questi giorni trovare qualcuno nelle strutture ricettive pugliesi che risponda all’altro capo del telefono. «Oramai gran parte delle prenotazioni avviene on-line e adesso non ci sono le condizioni economiche per tenere il personale in servizio, per questo il 90 per cento degli alberghi è chiuso», spiega ancora Francesco Caizzi.
A Vieste, ambita destinazione garganica, il Centro vacanze Oriente è un’eccezione: «Attendiamo alacuni turisti tedeschi e altri dal Nord Italia, ma siamo sotto del 90 per cento rispetto agli anni scorsi. Su 109 unità immobiliari il numero di conferme è ancora poca cosa». Sempre a Vieste, il Castellino Relais attende clientela (poca) dopo il 6 giugno.
«La settimana passata le prenotazioni erano quasi a quota zero, ma nel giro di alcuni giorni c’è stata una timida ripresa anche se comunque siamo ben lontani da quello che servirebbe», argomenta Giuseppe Pagliara, amministratore delegato del Gruppo Nicolaus-Valtur, con strutture anche in Puglia. «Il collegamento aereo Malpensa- Bari è una buona notizia, ma non sufficiente, perché il Salento resta scoperto – ravvisa l’imprenditore originario di Ostuni -, senza contare che la clientela di Alitalia è soprattutto business».
Si attendono sviluppi sull’emergenza sanitaria anche nel Monopolitano, dove molte strutture, sia del settore prettamente alberghiero; sia le residenze di lusso, sono chiuse. Mentre Coldiretti stima un calo delle presenze dell’8o per cento negli agriturismi. Non cambia la situazione nel Salento, altro pezzo forte dell’offerta turistica pugliese.
«Abbiamo ancora tanti alberghi chiusi che riapriranno, forse, dopo la metà di giugno, ma senza l’aeroporto di Brindisi non sarà facile ripartire», ragiona Mimmo De Santis, dalla direzione del villaggio Serra degli Alimini 1. «C’è stato un timido risveglio, ma siamo legati alla speranza che dal 3 giugno, con il via libera ai movimenti tra le regioni, vi possa essere una svolta».
Prosegue, anche, la chiusura della maggior parte delle agenzie di viaggi pugliesi, i cui rappresentanti hanno partecipato, ieri pomeriggio, a un tavolo tecnico con la Regione. I leader pugliesi di Fiavet Confcommercio, Confindustria Turismo e Confesercenti Turismo, si sono confrontati con il presidente Michele Emiliano e con l’assessora al Turismo, Loredana Capone.
«Abbiamo chiesto sostegno alla rete delle agenzie che da tre mesi sono ferme e non vedono un euro – fa sapere il presidente regionale di Fiavet, Piero Innocenti – ed ora aspettiamo che venga riformulata la proposta del contributo di mille euro per dieci mesi per ogni dipendente che rientra a lavoro, perché, come anticipato dall’assessora Capone, la prima formulazione avanzata è stata bocciata. Occorre anche una campagna di marketing, in quanto sinora è stato detto ai turisti tedeschi di andare a fare il bagno in Croazia».
Antonio Della Rocca
corrieredelmezzogiorno