Menu Chiudi

Vieste/ Gemiti porno per le vie del centro identificati gli autori del sabotaggio fatto alla filodiffusione pubblica. “Non poteva non avere conseguenze”.

Quando leggiamo o parliamo di Vieste, è soprattutto perché legata indissolubilmente al turismo, con i suoi naturali e molteplici rivoli riflessi che danno luogo al­l’accoglienza per la quale va nota. Agli onori del­le cronache nazionali, però, ci è finita un mese fa perché è stato sabotato l’impianto di filodif­fusione che diffondeva in centro le musiche natalizie, sostituite da ansimi e gemiti prove­nienti da pellicole a luci rosse. L’ironia del web e delle trasmissioni televisive che ne parlaro­no, come fece Zoroa Propaganda Live su La 7, non lenirono il dispiacere di chi non aveva accettato l’accaduto.

La bravata, che forse avrebbe voluto essere una goliardata ma evidentemente si è spinta troppo oltre, non è rimasta impunita. Le inda­gini che sono state svolte dai carabinieri di Vie­ste hanno raggiunto lo scopo prefisso. Gli hac­ker hanno un volto e un nome, perché sono state identificate 5 persone, tra le quali ben 4 sono minorenni. Per queste ultime si è proce­duto alla segnalazione al Tribunale dei Mino­ri, oltre che ai Servizi Sociali.

La notizia è stata data direttamente dal Co­mune di Vieste, “d’intesa con i carabinieri che hanno indagato e identificato i responsabili”, specifica il sindaco, Giuseppe Nobiletti,a l’Attacco. Al momento, è addebitato loro l’in­trusione nel sistema audio pubblico, ma non l’irruzione che avvenne la mattina. In quel gior­no che precedeva la festa dell’Immacolata, al­cuni intrusi coperti in viso da passamontagna disturbarono la conferenza stampa delle isti­tuzioni che stava avvenendo la mattina, su te­mi inerenti il Gargano. “Chissà, potrebbe es­serci un’unica regia, essendo una tempistica sospetta, ma ignoro e attendo l’esito delle in­dagini che stanno avvenendo anche attraver­so gli indirizzi ip di quei soggetti disturbatori”, aggiunge Nobiletti.

C’è stata anche parecchia collaborazione tra le forze dell’ordine e i rappresentanti comuna­li, lo conferma il sindaco quando dice che “ab­biamo offerto loro alcuni spunti”, senza rag­guagliare in forma più precisa. Evidentemen­te c’erano sospetti, con buona probabilità indi­viduati attraverso le sempre infallibili ‘voci di popolo’, per via di qualche incauto vanto da parte degli autori del sabotaggio. Nobiletti la considera “una bravata, che non può non ave­re conseguenze anche in virtù del fatto che al­cuni di questi ragazzi si sono già macchiati, in passato, di altre azioni deprecabili. È giusto che inizino a ricevere le giuste punizioni; chi sbaglia, deve pagare. Rimane una bravata, non del tutto innocente, ma, al di là di ciò, non era una cosa da fare. C’erano anche bambini per strada e questo rende l’azione ancora più deprecabile”.

Come detto dal sindaco, alcuni dei minori indi­viduati non sono del tutto nuovi alle forze del­l’ordine. Qualcuno di loro, infatti, era stato già segnalato al Tribunale dei Minori in passato. “Bisogna intervenire – commenta amaramen­te Nobiletti -, prima che li perdiamo definitiva­mente, oltretutto in un contesto come è quello di Vieste. Bisogna tenere d’occhio soprattutto le nuove generazioni perché qui la malavita ha bisogno sempre di manovalanza”.

Ad ogni buon conto, l’atteggiamento dei ra­gazzi di Vieste è ritenuto piuttosto soddisfa­cente dal sindaco, anche in questo periodo pandemico caratterizzato dal poco rispetto delle regole da parte di una larga fetta di gio­vani a tutte le latitudini. “Inizialmente non era una situazione delle migliori, invece adesso mi sembra che sia migliorata e ci sia un maggiore senso di responsabilità anche da parte dei minori” ma l’Amministrazione comunale ci è riuscita parlando vari linguaggi. Alla sensibi­lizzazione e agli inviti pacifici, si è aggiunta an­che un’azione di repressione. Anche questa, trasmettendosi di bocca in bocca, può funge­re da deterrente. “Abbiamo fatto alcune ope­razioni con le varie forze dell’ordine, per gli as­sembramenti che ci sono stati. Riconosco che è un lavoro che è stato fatto bene. Magari si è aggiunto anche qualche richiamo vigoroso da parte dei genitori, che restano le persone de­putate all’educazione dei propri figli”. Mentre, come noto, taluni preferiscono delegare a ter­zi, consapevolmente o meno non diminuireb­be il dolo, cioè alle agenzie educative che do­vrebbero affiancare e non sostituire il nucleo vitale dell’educazione: la propria famiglia.

Matteo Fidanza

l’attacco