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PACE FISCALE DA GIUGNO: CANCELLAZIONE DELLE CARTELLE SOTTO I 5 MILA EURO

Saldo e stralcio per le cartelle fino a 5 mila euro a partire dal 2015, rottamazione per le altre senza calcolare interessi e sanzioni e addio ai codici ateco per i ristori, che scompaiono anche come termine per lasciare spazio al sostentamento alle partite Iva. Sono alcune delle novità, anticipate da ItaliaOggi, contenute nel nuovo decreto in preparazione e che probabilmente verrà approvato nei giorni seguenti al giuramento dei sottosegretari previsto per lunedì primo marzo.

LA NUOVA PACE FISCALE

Ecco, dunque, la nuova pace fiscale che il governo si appresta a mettere in campo. Il via potrebbe essere già nel mese di giugno e per questo, spiega ItaliaOggi, proprio per allineare il calendario della nuova rottamazione sarà possibile una proroga del pagamento delle rate dei piani di rottamazione in essere di due mesi. In realtà, siamo ancora nel campo delle ipotesi di un “saldo e stralcio” per le cartelle inferiori a 5 mila euro. Stando a quanto battuto nel pomeriggio del 27 febbraio dalle agenzie di stampa, l’opzione è sul tavolo dell’esecutivo insieme ad altre proposte per permettere di regolarizzare le posizioni di chi è in condizioni di farlo e contemporaneamente assicurare risorse dovute alla riscossione. Ad ogni modo, si tratta ancora solo di un progetto e riguarderebbe le cartelle emesse dal 2015, ma a differenza del saldo e stralcio del 2018, questa volta sarebbe più alto l’importo dei ruoli interessato dall’annullamento. E oltre la soglia dei 5 mila euro? Dovrebbe esserci una nuova forma di rottamazione con una dilazione delle rate su due anni senza dover calcolare interessi e sanzioni, pagando dunque solo il valore della cartella. L’obiettivo è anche quello di alleggerire il lavoro dell’Agenzia delle Entrate-riscossione, schiacciata da un arretrato sulle cartelle di circa mille miliardi.

DAI «RISTORI» AL «SOSTENTAMENTO»

Le parole sono importanti e dietro alla “rottamazione” di una e la promozione di un’altra si può intravedere il cambio di prospettiva di un governo. Secondo ItaliaOggi, il governo Draghi manderà in pensione i celebri quanto discussi «ristori» a favore di un nuovo termine che indichi gli indennizzi che spettano alle attività economiche colpite dalla pandemia e costrette a chiudere o a ridurre l’orario di esercizio. Si dovrebbe, quindi, dire addio ai codici ateco delle attività e puntare sulle partite Iva, allargando così la platea dei beneficiari degli aiuti, includendo quei professionisti rimasti finora esclusi. Altra novità riguarderà il criterio con cui si calcolerà la percentuale di ristoro: ora a contare sarà il calo di fatturato su base annuale che potrebbe essere del 33% del 2020 rispetto al 2019, abbandonando dunque il parametro di riferimento del mese di aprile

ARRIVA LA PROROGA

E’ invece confermato il mini-differimento di qualche giorno della scadenza del 28 febbraio per i versamenti delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio per poter poi agganciare la norma al decreto Ristori 5, che verrebbe ribattezzato dl “Sostegno”. Il ministero dell’Economia ha comunicato infatti che è in corso di redazione il provvedimento che differirà il termine del 1° marzo 2021. Il termine riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter. Il differimento verrà ufficializzato entro il 1° marzo, per poi probabilmente inserire norma e coperture nel decreto atteso entro la prossima settimana.

corrieredellasera