“Finiamola con questa festa dell’8 marzo e celebriamo la persona umana nella logica del noi al posto dell’ io”: il professor Filippo Maria Boscia, luminare di medicina, ginecologo, barese, Presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani ha perplessità sull’ otto marzo come inteso e critica il manifesto apparso a Bari, con firma pure del Comune: My Body My Choise: mio corpo, mia scelta.
Professor Boscia a Bari circola un manifesto con firma anche del Comune che sull’otto marzo dice: My Body choise, mio corpo, mia scelta. Da medico e ginecologo che ne dice?
“Il problema che bisogna porsi, specie in tempo di pandemia, è: seguiamo al posto dell’io la logica del noi? Il tempo delle restrizioni delle libertà personali ci ha insegnato qualche cosa? Credo che sia giusto spiegare che la libertà non è il diritto di fare quello che si vuole o piace, ma è rispetto della vita, in ogni suo grado, dal concepimento concepimento alla fine naturale, evitando derive abortiste, eutanasiche o esperimenti che pur possibili, vanno contro la morale. Insomma, fare in modo che la libertà non diventi capriccio e distrugga tutti”.
La donna è padrona di sé stessa?
“No. Non può fare quello che le viene in testa nel nome di una falsa ed irresponsabile libertà che diventa capriccio. Aggiungo che il bambino è anche frutto del padre e comunque la donna è inserita pur sempre in un discorso comunitario, non è una monade. A mio avviso è bene appassionarsi alla bellezza, alla cultura della vita, alla gioia dell’essere. Bisogna educare ed educarsi alla responsabilità che è esattamente l’opposto di una libertà senza freni”.
Otto marzo?
“Finiamola con questa festa per come è intesa e celebrata. A mio avviso è giusto ricordare il valore della persona nella sua interezza. Fatta in questo modo non ha senso ed è esattamente l’opposto della cultura del noi”.
Bruno Volpe