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SCUOLA/ LE BOCCIATURE CON LA DAD SONO UN CASO. I TIMORI DEI PRESIDI: «ARRIVERANNO I RICORSI»

I presidi sono in attesa di un’ordinanza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che dica l’ultima parola sugli scrutini di fine anno. «Al momento le disposizioni sono quelle pre-Covid e dunque sarà possibile rimandare e anche bocciare chi non ha molte insufficienze», spiega Cristina Costarelli preside del liceo Newton di Roma – Certo si terrà conto della situazione, delle lunghe chiusure e si arrotonderà, ma mandare tutti avanti di nuovo come lo scorso anno credo che sarà molto difficile e alla fine anche poco produttivo» (qui l’approfondimento sui «copioni» della dad).

LA MATURITÀ

Al ministero non hanno ancora pronto alcun provvedimento, e del resto c’è ancora tempo, ma il ministro Bianchi, quando ha varato le nuove regole per la maturità, ha previsto che quest’anno resta anche il giudizio di ammissione, che l’anno scorso era stato cancellato. L’unica deroga è prevista per il requisito della frequenza: cioè chi non è riuscito a frequentare in Dad per problemi legati a connessione o altre difficoltà può comunque essere ammesso. Quanto invece alla possibilità di promuovere tutti con il 6 politico è stato finora contrario. «Sono i consigli di classe a decidere le valutazioni», ha ripetuto in queste settimane, convinto che i professori conoscano bene le singole situazioni degli studenti e che non serva un provvedimento nazionale che riveda i criteri.

VALUTARE

Valutare è più facile a dirsi che a farsi in questo finale di anno scolastico, che rischia di vedere le scuole superiori ancora chiuse nelle regioni rosse per tutto aprile. «Non credo che sia utile la promozione automatica – spiega Antonello Giannelli, che è a capo dell’Associazione nazionale dei presidi – ma non ci potrà neppure essere troppo rigore, bisognerà tenere conto del disagio di un anno così travagliato distinguendo almeno tra chi si è impegnato anche se non ha raggiunto gli obiettivi e chi no. Nei casi dubbi si potrebbe promuovere con l’obbligo di recupero». Era l’idea dello scorso anno, quando la ministra Azzolina, decise in piena emergenza e nella speranza che in autunno si sarebbe tornati alla normalità, di far passare tutti, salvo poi recuperare a settembre: di questi corsi però non se ne è fatto nulla.

Gianna Fregonara

corrieredellasera