La mafia foggiana riferimento delle organizzazioni internazionali
Albania-Puglia è la rotta privilegiata dei traffico delle droghe. Un business, ricostruito dalla Procura di Foggia guidata da Ludovico Vaccaro, sviluppato e in continua ascesa in particolare sul Gargano, grazie alla conformazione geografica delle sue coste frastagliate e con numerose insenature, che rende difficile il controllo delle forze dell’ordine. Negli ultimi anni le relazioni della Dia hanno evidenziato come l’Albania rappresenti lo scalo intermedio nella gestione del flusso degli stupefacenti provenienti dall’Afghanistan, costituirebbe anche il privilegiato punto di approdo per gli investimenti di capitali illecitamente accumulati dai sodalizi criminali pugliesi.
Un business, quello della droga, molto florido per la criminalità della provincia di Foggia. In particolare nel capoluogo dauno la Società avrebbe stabilito solidi legami con le consorterie di matrice albanese, imponendosi con autorevolezza nella gestione del traffico, soprattutto, di droghe leggere provenienti proprio dall’Albania. Un business gestito dalla mafia di Foggia grazie alla collaborazione di alcuni clan della criminalità organizzata del Gargano. E l’affare della droga sarebbe stato anche la causa principale della nuova guerra di mafia fatta registrare sul promontorio all’inizio del 2017. Una tesi confermata anche nel corso del processo per la strage di San Marco in Lamis del 9 agosto del 2017 in cui fu ucciso il boss Mario Luciano Romito, Matteo De Palma e i contadini Aurelio e Luigi Luciani. Teste chiave del processo è stato Carlo Magno, collaboratore di giustizia reo confesso di aver ucciso Saverio Tucci personaggio legato al clan Li Bergolis – Miucci e che, per sua stessa ammissione, avrebbe avuto un ruolo nel gruppo di fuoco che compì la strage nell’agosto di quattro anni fa.
E il narcotraffico potrebbe essere il movente del ferimento, il 6 maggio scorso, di Giuseppe Ricucci, fratello di Pasquale «Fic Secc» il boss ucciso a Macchia l’11 novembre del 2019. E visto che da tempo le rotte del narcotraffico – dall’Albania all’Olanda, roccaforte europea per l’arrivo di grosse partite di stupefacenti – hanno scelto proprio le coste del Gargano il clan dei Montanari intenderebbe gestire questo business in maniera esclusiva spazzando o sottomettendo i gruppi minori.