Il film parte sulle note de “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli e de “La casa” di Sergio Endrigo.
Uscito mercoledì 14, su Netflix “A Classic Horror Story”, l’horror diretto dal regista coratino Paolo Strippoli e da Roberto De Feo. Il film parte sulle note de “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli e de “La casa” di Sergio Endrigo. Premiato al Taormina Film Fest per la migliore regia, è stato definito dalla critica «l’horror italiano più sorprendente dell’anno» (Vanity Fair). «La paura è di scena a Taormina è forse l’inizio di una nouvelle vague horror», scrive ComingSoon.it. Il film è una vera occasione per tornare ad apprezzare gli horror italiani di qualità. Una sola raccomandazione: per il vostro bene, non guardatelo da soli.
A CLASSIC HORROR STORY
A classic horror story è un film di Roberto De Feo e Paolo Strippolie ha vinto il Cariddi d’Argento per la miglior regia la Taormina film festival. Di Roberto De Feo. La sorpresa è stata ancora maggiore perchè l’atmosfera diA classic horror storynon ha nulla da invidiare a quella di certe pellicole statunitensi. Il sud Italia del film (girato quasi totalmente nella Foresta Umbra) sembra un po’ l’America degli anni Ottanta, tanto che i cellulari usati dai protagonisti paiono a un certo punto completamente fuori contesto. Si arriva poi all’horror puro e, soprattutto, al colpo di genio del film, che, senza rivelare troppo, ha proprio a che vedere con la classica considerazione dei film horror italiani.
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LA TRAMA
Tutto inizia con un car pooling, un viaggio condiviso in camper, altro mezzo tanto amato dai registi horror. Un viaggio che dovrebbe condurre in Calabria, ma che invece porterà i protagonisti, tra cui spicca la brava e bella Matilda Luz, direttamente in un incubo. Ci sono un bosco, un’antica leggenda che ha a che fare con la mafia, maschere inquietanti e una bambina che nasconde qualcosa. Non manca nulla, nemmeno la paura, quella vera, e qualche scena splatter. Degna di nota è la colonna sonora. Mentre il film scorre risuonano brani che di norma mai assoceremmo all’angoscia, Il cielo in una stanza di Gino Paolo o La casa di Sergio Endrigo. Quest’ultima canzone in particolare assume all’interno di A classic horror storyun aspetto totalmente diverso. Dopo la visione, ascoltarla non sarà più la stessa cosa.