Poteva succedere l’irreparabile ed invece la cattedrale di Vieste è stata messa in sicurezza ed è tornata a risplendere di nuova luce. Grazie all’intuizione di don Gioacchino Strizzi,parroco della chiesa e la professionalità dell’architetto Pasquale Del Giudiceche, ciascuno per le proprie competenze, hanno colto la necessità di intervenire sulla infrastruttura che rischiava di cedere, nella parte della copertura.
“Già nel 2011 – ha spiegato l’architetto – don Gioacchino mi aveva chiesto di fare dei rilievi al soffitto della chiesa, lamentando il fatto che nei giorni di pioggia ci fossero delle vere e proprie infiltrazioni d’acqua. Ho riscontrato in effetti la presenza di gore estese e di macchie di umidità sulla pellicola pittorica che era completamente degradata. Dopo l’analisi, ho preparato un progetto ma in quel momento non siamo riusciti ad ottenere i finanziamenti necessari. L’acqua però continuava a penetrare il tavolato arrivando persino al pavimento della chiesa”.

La preoccupazione ovviamente cresceva ma nel 2019 si è presentata l’opportunità di chiedere le risorse direttamente alla Cei, la quale ha assicurato la copertura per 320 mila euro, pari al 70% della somma complessiva. Per il restante 30% ha dovuto provvedere la parrocchia che ha racimolato ben 50 mila euro, un piccolo contributo è arrivato anche dalla diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni.
“A quel punto siamo partiti – ha aggiunto Del Giudice -. Dai sopralluoghi è emerso che le vecchie tegole, le marsigliesi, lì da 40 anni, erano state poste a secco, cioè sul tavolato ligneo, senza una guaina isolante. Il progetto quindi ha previsto il restauro e il risanamento del tavolato, la sostituzione delle parti degradate irrecuperabili, la revisione delle capriate, in cui alcuni elementi sono stati sostituiti compietamente e altri risanati. Abbiamo inoltre provveduto a montare un ulteriore tavolato sul preesistente, abbiamo previsto ovviamente una guaina impermeabile, un pannello ad alta densità per l’isolamento termico e tre mani di una ulteriore guaina liquida. Infine abbiamo posato i nuovi coppi, tegole antichizzate, che abbiamo fissato alla struttura chiodandole, essendo questa una zona molto ventosa. Ho anche disposto il consolidamento dell’estradosso del plafone, la parte non a vista. Abbiamo inoltre eseguito un trattamento antiparassitario e abbiamo usato dei consolidanti per il legno. Il plafone era in pessime condizioni: in certi punti il legno era quasi spugnoso; il peso dei medaglioni, con comici e quant’altro, è piuttosto gravoso quindi la situazione era critica, il soffitto poteva crollare”.
Eliminati i difetti e i problemi, la struttura è stata consolidata e messa in sicurezza. “Ma una volta montato il ponteggio ci siamo trovati vis-à- vis con il plafone e ci siamo resi conto che la situazione era veramente drammatica: i dipinti erano del tutto degradati, si stavano perdendo così come le tele. Quella di San Michele Arcangelo era già stata restaurata ma quella dell’Assunta e quella di San Giorgio no, per cui avevano perso la forma, al centro si era formata una sorta di pancia di oltre 25 cm, quindi anche le stesse tele da un momento all’altro potevano cedere. Ho chiamato la restauratrice, Felicia La Viola,che si stava già occupando della parte estradossale e con lei abbiamo fatto una ricognizione. Don Gioacchino è stato bravo e si è rivolto al sindaco Giuseppe Nobilettie all assessora alla cultura Graziamaria Staraceper mostrare loro la situazione e per chiedere di trovare le risorse per completare il lavoro anche della parte interna. Immediatamente l’amministrazione comunale si è rivolta alla Regione Puglia ottenendo in tempi record e in piena pandemia le risorse necessarie, grazie anche all’interessamento dell’allora assessore regionale al bilancio Raffaele Piemontese ”.

I lavori sono stati affidati alla restauratrice La Viola e all’architetta Carmen Bianchi.“Tutto è stato concluso rapidamente – ha poi sottolineato Del Giudice – grazie anche a una bella squadra di professionisti seri, che hanno lavorato sforando spesso gli orari. Sono arrivati anche due studenti del Politecnico di Milano che stavano preparando una tesi di laurea sui plafoni e hanno approfittato di questi lavori, uno di loro è di Foggia e si chiama Michele Menduni. Alla fine siamo riusciti a rispettare tutti i tempi preventivati e la cattedrale di Santa Maria, Assunta è di nuovo sicura e bellissima”.
Cinzia Celeste
l’attacco