Se due indizi fanno una prova, allora c’è davvero il pericolo che l’Atletico Vieste rischi di scomparire dalla mappa del calcio regionale e non iscriversi al prossimo torneo, dopo oltre dieci anni consecutivi di presenza, nel campionato di Eccellenza pugliese. Bocche cucite in seno alla società, ma ormai dalla stanza dei bottoni arrivano notizie poco rassicuranti per la calorosa tifoseria viestana a partire delle dimissioni del presidente Pasquale Tantimonaco che non se la sente più di andare davanti da solo come fatto nelle ultime stagioni.
L’appello, a quanto pare, è già stato lanciato all’imprenditoria del posto, ma nessuno si è fatto avanti, d’altronde, come successo nell’ultimo triennio con solo un paio di imprenditori e lo stesso Comune al fianco dei biancocelesti: troppo poco per un campionato costoso come quello dell’Eccellenza che ha portato ad una situazione debitoria che non consente, se non arrivano forze fresche, di andare avanti. Sarebbe davvero un peccato per il territorio e per la stessa Vieste perdere un bene collettivo come la compagine di calcio che, soprattutto durante l’inverno, è un bene sociale.
Per il bene degli amanti del pallone viestano, ora più che mai è giunto il momento di incontrarsi e aprire un’ampia riflessione sul futuro della società che subisce più che mai le difficili condizioni economiche del momento. L’appello della tifoseria è di aiutare gli eventuali prossimi soci a sostenere in questo difficile momento, sia per quanto riguarda il riconoscimento di sufficienti contributi economici, sia per quanto riguarda la sensibilizzazione verso altri imprenditori e professionisti locali, pronti a sostenere e aiutare la squadra calcistica del nostro paese.
Il calcio viestano rischia di scomparire, forse, perché qualcuno vuole farlo scomparire. In particolare si spera, se sarà possibile, di invertire l’atteggiamento piuttosto distante e disinteressato mostrato fino ad oggi verso il calcio locale.
C’è grande delusione, inutile nasconderlo. Una squadra di calcio ha una valenza sociale enorme perché toglie i ragazzi dalle strade, fa inclusione sociale, rappresenta un paese.
Nei prossimi giorni ci saranno, probabilmente, altre riunioni: lì si deciderà tutto.
L’Atletico Vieste conquistò l’accesso all’Eccellenza il 3 maggio 1992: in un “Riccardo Spina” pieno come non mai, la squadra allenata da Franco Piemontese vinse il campionato battendo per 4 a 1 il Palo, giunto a Vieste con i medesimi punti in classifica. Fu l’apice di un ciclo iniziato nel 1988 quando, sceso nel baratro della Seconda Categoria dopo due mancati ripescaggi consecutivi in Promozione, l’Atletico venne rilevato dai fratelli Enzo e Michele Notarangelo che crearono un nuovo gruppo dirigenziale che identificò in Carmine Gianniello la figura del Presidente. Al dottor Domenico Biscotti venne assegnata la carica di Presidente Onorario.
Nonostante il cambio di allenatore (Piemontese non se la sentì di seguire la squadra in Eccellenza e la panchina venne affidata a Rosario Facciorusso) e i tanti innesti nella squadra (l’albanese Peizzulau, Eletto, Castriotta, Rizzi, Ferrante, De Vita, Masella, Vlassis, Impagniatiello, Tantimonaco), la stagione successiva fu un vero calvario: 4 vittorie, 11 pareggi e ben 15 sconfitte, 10 delle quali nel solo girone di ritorno. Poi tanti alti e bassi, fino alle stagioni esaltanti con finale di Coppa Italia e partecipazioni ai play-off in tornei difficili con compagini blasonate.