“Questa legge regionale numero 36 del 2023 pone i Comuni al timone e promette rigenerazione, sostenibilità e nuovi incentivi per gii investitori”
Nel pomeriggio di martedì, presso Palazzo Dogana, a Foggia, si è svolto un evento di presentazione delia legge sulla ristrutturazione edilizia della Regione Puglia. I saluti istituzionali sono stati tenuti dal presidente della Provincia, l’avvocato Giuseppe Nobiletti, seguiti dagli interventi di importanti personalità regionali, come il vicepresidente della giunta regionale Raffaele Piemontese, Rosario Cusmai, consigliere del presidente della Regione Puglia con delega agli enti locali, e Stefano Lacatena, consigliere delegato per la materia paesaggio e urbanistica, pianificazione territoriale e assetto del territorio della Regione Puglia.
“La legge regionale numero 36 del 2023 rappresenta una svolta epocale per l’urbanistica pugliese, ponendo i Comuni al timone della ristrutturazione edilizia e promettendo rigenerazione, sostenibilità e nuovi incentivi per gli investitori”, ha commentato Nobiletti. “Questo importante evento segna un passo significativo verso il futuro della Puglia, e promuove la sostenibilità ambientale e la riqualificazione del territorio”, ha sottolineato. “Con questa legge, siamo convinti di riavviare il settore edilizio, fondamentale per l’economia, fornendo un utile strumento sia ai cittadini che agii operatori”, gli ha fatto eco Lacatena.
“Le regole chiare, certe e stabili nel tempo sono state redatte con il contributo degli ordini professionali, delle associazioni di categoria e dei sindacati, ai quali esprimo gratitudine per la collaborazione”, ha aggiunto.
“Ora ci aspetta un altro importante compito di riordino del territorio: la nuova legge urbanistica”, ha proseguito. La legge regionale numero 36 prevede incentivi volumetrici per promuovere il recupero, la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente, nonché per incentivare interventi di edilizia residenziale sociale. Questi incentivi sono previsti per ampliamenti, demolizioni, ricostruzioni e delocalizzazioni, con limiti specificati per ciascun caso.
Gli incentivi volumetrici possono essere concessi una tantum e nei seguenti limiti: il 20% della volumetria complessiva, e comunque non oltre i 300 metri cubi, per gli Interventi dì ampliamento di edifici esistenti in zone residenziali da destinare alla residenza o a usi strettamente connessi con la residenza, oppure ai medesimi usi preesistenti; il 20% della volumetria complessiva, e comunque non oltre i 200 metri cubi, per gli interventi di ampliamento di edifici residenziali esistenti in zone rurali che non comportano la modifica della destinazione d’uso; il 35% della volumetria complessiva per gli interventi di demolizione e ri-costruzione di edifici esistenti in zone residenziali, da destinare alla residenza o a usi strettamente connessi con la residenza, oppure ai medesimi usi preesistenti; il 35% della volumetria complessiva, e comunque non oltre i 200 metri cubi, per gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici residenziali esistenti in zone rurali, che non comportano la modifica della destinazione d’uso; il 35% della volumetria complessiva per gli interventi di delocalizzazione in aree edificabili delle volumetrie rivenienti dalla demolizione di manufatti interessati da vincoli paesaggistico-ambientali da destinare alla residenza o a usi strettamente connessi con la residenza, oppure af medesimi usi preesistenti.
Inoltre, la legge stabilisce condizioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia, definisce ambiti di intervento e elenca le tipologie di edifici escluse dall’applicazione. I Comuni possono concedere riduzioni o esclusioni dell’Imu e di altre imposte comunali, nonché l’esenzione dal contributo di costruzione per alloggi di edilizia residenziale sociale. La legge stabilisce anche termini per la pubblicazione annuale degli interventi autorizzati e prevede l’abrogazione di alcune disposizioni di leggi regionali precedenti.
Infine, tra le disposizioni diverse, sono presenti modifiche al bilancio regionale e norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche, con l’obbligo per i Comuni di destinare il 15% dei proventi annuali per tali interventi, pena l’esclusione da finanziamenti e trasferimenti regionali.
“La legge regionale 36 sulla ristrutturazione edilizia introduce certezze per le città di qualsiasi dimensione che vogliano applicarsi al tema dei temi: ripensarsi, intervenire eliminando degrado, riusare manufatti che hanno perso di avere la funzione per cui sono stati costruiti, riorganizzare gli spazi in coerenza con i bisogni emergenti”, ha detto invece Piemontese. “Con il mio amico e collega consigliere Stefano Lacatena, delegato all’urbanistica, condividiamo l’approccio pragmatico che serve ad affrontare questioni complesse”, ha fatto sapere.
“Questo che abbiamo presentato a Palazzo Dogana non è un piano casa”, ha specificato. “Introduce regole stabili, facili e chiare per rispondere alle evoluzioni continue che si realizzano nelle città, in modo vario, flessibile, diversificato, prag-maticamente pronto ad adeguarsi in rapporto ai risultati che si cercano”, ha ribadito il vice-presidente regionale.
“Perché le città sono una realtà complessa, dove sulla qualità della vita individuale e collettiva agiscono tante variabili”, ha affermato. “Ne faremo altri di incontri del genere perché c’è un bisogno diffuso, tra gli amministratori, tra gli imprenditori, tra i professionisti, di strumenti snelli, con cui un sindaco possa vedere, nell’arco del suo mandato amministrativo, i frutti di ciò che programma”, ha concluso Piemontese.
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