Il Ministero va avanti nonostante l’indignazione popolare.
La voce del popolo sembra non contare nulla. Nonostante l’indignazione generale, di residenti ed estimatori delle bellezze di Vieste, i lavori di realizzazione della "passerella" sul faro di Vieste, voluta dal ministero delle infrastrutture, sono ripresi a gran ritmo e sono quasi in fase di completamento. Lo scempio di uno dei simboli storici e turistici di Vieste, vale a dire l’isolotto di santa Eugenia ove sorge il faro della marina militare, rimarrà tale a sentir dire della autorità che ne hanno permesso l’esecuzione. «Quella passerella si deve fare e basta». A nulla sono valse le vivaci proteste dei cittadini, la raccolta di firme, il momentaneo blocco dei lavori da parte del comune che ha chiesto anche un incontro col ministro Lupi. L’iter burocratico ha seguito il suo corso e, dunque, tutto è regolare. Lo ha ribadito anche il governo, rispondendo ad una interrogazione parlamentare presentata in merito dall’on. Michele Bordo sollecitato in merito dai rappresentanti del Pd locale. Per lo Stato, e la marina militare, quella passerella è importante perché serve alla messa in sicurezza del personale (a dire il vero l’unico farista rimasto in attività) adibito al funzionamento della "lanterna". Sacrosanta considerazione, se non fosse per il fatto che così come progettata e realizzata, quella struttura, in acciaio e legno, stride fortemente con l’ambiente naturale, per la sua collocazione e lunghezza. Anche per questo si stenta a credere che la soprintendenza i beni ambientali abbia dato con tanta facilità il parere positivo, atteso che per interventi decisamente meno impattanti il diniego è quasi sempre certo. Pur riconoscendo la necessità di mettere in sicurezza il personale, ciò che sta facendo arrabbiare tantissimo la popolazione è che sono state prospettate soluzioni alternative, decisamente più consone all’ambiente e meno costose. Ma queste, a quanto pare, non sono state prese nemmeno in considerazione. E’ probabile che ministero ed. altri enti preposti, non abbiano ‘compreso il valore storico, paesaggistico ed affettivo di quell’isolotto, rilasciando forse con troppa facilità i relativi pareri di competenza. Concetto, questo, che viene ribadito anche dalla consigliera comunale di opposizione, Annamaria Giuffreda, che, tra l’altro, ha promosso una raccolta di firme, «Ogni burocrate ha inferto una pugnalata all’isolotto del faro, ognuno per ciò che gli competeva – sostiene Giuffreda -. Dal primo burocrate che ha richiesto la passerella di camminamento, all’ingegnere che l’ha progettata, fino a chi ha rilasciato le autorizzazioni paesaggistiche, ambientali e urbanistiche. L’Isolotto del faro ed il progetto della passerella sono passati di scrivania in scrivania e ciascun burocrate ha apposto il proprio sigillo sul delitto che si stava perpetuando. A nessun burocrate è venuto in mente di verificare che "’cosa si stava producendo». La Giuffreda, poi, aggiunge: “continueremo la nostra battaglia”.
Gianni Sollitto