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Belle le considerazioni dell’’Associazione Culturale Carpino Folk Festival’

Sono molti coloro che in questi giorni ci invitano a dire la nostra su argomenti diversi, ad es. Sanremo (ma cosa ci centriamo?) oppure ci invitano ad entrare di petto in polemiche pretestuose e a volte inutili, l'ultima in ordine di tempo sul Premio La Voce del Gargano "Andrea Sacco".

Non è detto assolutamente che l'associazione culturale carpino folk festival debba necessariamente dire la sua su ogni tipo di argomento.
Questa volta lo facciamo e cosi mettiamo un po' di ordine.
Il Festival di Sanremo?
Per i temi trattati, ed è un giudizio personale, lo vincono due donne: tra i big, Tosca con "il terzo fuochista" e tra i giovani, Mariangela con la sua "ninna nanna". Entrambi, due testi tipici dei canti popolari su sfondi che riecheggiano la musica dei nostri contadini.

Polemica inutile.
Esiste oppure no una Tarantella del Gargano?
Certamente No.
Non c'è mai un titolo che identifichi un brano preciso nella musica popolare, ma titolazioni generiche.
Questo perché esistono solo tipologie di brani, non brani definiti come ad esempio può essere una canzone con una determinata melodia, con il suo preciso testo poetico, con un inizio e una fine esattamente determinati. Nella tradizione popolare vi sono aree musicali, delle melodie più o meno definite che vengono cantate in vario modo: alla longa, alla stesa, di Ceprano, di Carpino, di Cirò o di Tricarico e inoltre con personali modifiche stilistiche di questo o di quello altro cantatore. Nemmeno i versi dei brani sono definiti, una miriade di strofette di poesia popolare : distici, terzine, endecassilabe e più raramente quartine che vengono riunite più meno dal cantatore a seconda della circostanza e cantate su quella area o quella melodia. Strambotti sparsi messi insieme dal capriccio del cantatore. Lo stesso cantore può usare domani gli stessi versi con altre melodie oppure canterà la stessa melodia con versi del tutto diversi.
Questo rende completamente inutile la polemica provincialotta dell'appartenenza del "ritmo" a questo o quel paese. Ma cosa si vuole dimostrare?
Chiamare un sonetto, uno strambotto o uno stornello in base ad una località è solo una delle modalità di chiamare un canto popolare. Ad esempio a Carpino i canti sono chiamati alla rurianella, alla viestisana e alla mundanara, ma anche alla cagnanese o alla mezzaviestisana ciò cosa starebbe ad indicare? Forse che il modo di suonare deriverebbe da Rodi Garganico, da Vieste e da Monte Sant’Angelo o da Cagnano varano?
La musica popolare non sottostà alle convenzioni, anche chi ritiene di aver trovato una forma o un modo per trascriverla è fuori strada perché anch'egli sarà caduto nella gabbia della Ragione. La musica popolare è composta di versi improvvisati continuamente. I brani sono strofici e ripetitivi, mai ci sono degli incisi, rarissimi i ritornelli più che altro degli intercalari tra un verso e l'altro o delle piccole filastrocche. Ma anche questi intercalari non sono definiti, ma lasciati all'improvvisazione delle esecutore. L'improvvisazione ha quindi un ruolo determinante ed è proprio per questo che è sempre inopportuno adottare delle classificazioni per la musica popolare.
Da dove arriva l'espressione "Tarantella del Gargano"?
In occasione del primo movimento folk revival vissuto in Italia negli anni settanta del secolo scorso, grazie all'operazione di riproposta di Roberto De Simone, con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, che pubblica LP "lo guarracino" (Ricordi, SMRL 6151) viene per la prima volta utilizzata la dicitura "Tarantella del Gargano" per indicare un sonetto nella forma di tarantella alla mundanara di Carpino che quasi sempre ha per incipit "Accomë j'èja fa' p'amà 'sta donnë". Un sonetto che apparteneva al repertorio di uno dei più grandi cantori popolari italiani scomparsi lo scorso anno, Andrea Sacco.
Quale sarebbe il demerito di questo sonetto? E'una delle tarantelle di maggior successo tra le nuove generazioni, continuamente riproposta anche in versione rap, ska, jazz, musica antica e addirittura riscritta per le esecuzioni di orchestre classiche. L'associazione culturale carpino folk festival non vi trova nulla di male in queste operazioni, anzi il Carpino Folk Festival, come noto, nasce per omaggiare i Cantori di Carpino e quindi il criterio generale seguito nell'allestimento di ogni edizione è sempre stato quello di privilegiare i gruppi di riproposta che avessero nel proprio repertorio l'esecuzione di sonetti carpinesi e garganici tout-court.
Negli ultimi tre, quattro anni molti dei custodi della musica e della cultura popolare sono deceduti. Come noto la sopravvivenza e la ri-funzionalizzazione di un repertorio contadino sempre più defunzionalizzato e a rischio di estinzione dipende, in buona misura, dall’atteggiamento che il gruppo sociale che ne è detentore mantiene nei confronti della propria tradizione, dal suo desiderio di conservarla o meno, e dall’importanza che viene attribuita ad un determinato repertorio in quanto simbolo di un’identità etnica, locale e nazionale. In questo atteggiamento e desiderio, l'associazione culturale carpino folk festival è fortemente motivata. Ma può non essere sufficiente. L'etnomusicologia ci insegna che un modo per evitare l’estinzione è quello di appropriarsi in qualche modo della musica che circola nelle classi superiori, introducendo il repertorio popolare a rischio nella musica colta e leggera e accettando che da quel momento possa mettersi in atto un procedimento di “oralizzazione” che comporta trasformazioni, anche profonde, con conseguenti metamorfosi stilistiche.
Questa è la ragione per la quale l'associazione culturale carpino folk festival non se la sente proprio di condannare, come fanno altri, il lavoro di Bennato e degli altri artisti di riproposta, ma anche il lavoro di Michele Mangano pur condividendo i timori dei danni che possono derivare dalla standardizzazione dei suoni e dei ritmi e delle danze.
Proprio questa è la ragione per cui l'associazione culturale carpino folk festival qualche mese fa ha manifestato disappunto nella negazione del finanziamento per il progetto "La notte di chi Ruba Donne – Concerti della Tradizione" in quanto proprio grazie a questa notte che si vuole costringere tutti a rifare i conti con la tradizione di Carpino e dei comuni del Gargano, confrontandola anche con le tradizioni di altre aree geografiche dell’Italia. Questa, infatti, è la sezione del Carpino Folk Festival in cui si dà ampio spazio alla musica popolare amata dagli “studiosi”, quella degli autentici interpreti, che in gergo sono definiti, “i cantori” o i “cantatori” ed è in questa sezione che si cercano di realizzare le migliori condizioni per mettere a loro agio questi anziani cantori non abituati alla carnalità del grande pubblico che tuttavia con essi vuole ad ogni costo interagire.
Questa è anche la ragione d'essere della sezione didattica del festival "SuonidiPassi" che ogni anno vede la partecipazione di centinaia di ragazzi a cui, sotto la direzione artistica di Pino Gala, vengono proposti percorsi didattici di ballo popolare, di chitarra battente e di tamburello con insegnanti che, oltre agli studi accademici, hanno potuto apprendere lo stile musicale direttamente dai depositari della tradizione carpinese.
Questa è anche la ragione dell'altro versante che vede in prima linea l'associazione culturale carpino folk festival, cioè, quello della ricerca sul campo, che oggi, a differenza di decenni fa, si può fare e fare bene perché si hanno a disposizione tutta una serie di tecnologie che consentono di salvare quello che rimane del timbro, del ritmo e della fonicità dei nostri cantori.
Infine, il Carpino Folk Festival fa tradizione oppure è una operazione puramente commerciali o peggio ancora politica?
Ognuno ha il suo stile, ha i suoi valori e si muove secondo i propri principi, l'associazione culturale carpino folk festival non può far altro che invitare tutti alla prossima edizione del festival per verificare personalmente quali fini vengono perseguiti (sicuramente non quello commerciale dell'associazione) e invitiamo chiunque a verificare (su www.carpinofolkfestival.com) chi sono stati i nostri interlocutori pubblici nel corso degli ultimi 11 anni trascorsi, di destra, di sinistra e di centro, e quanti sono i tentativi, ad oggi, tutti falliti di ingerenza politica nella gestione di una associazione che è nata e resta "culturale". Vogliamo fornire una sola indicazione per intenderci, per gli organizzatori del Carpino Folk Festival "Sacco Andrea non è mai stato commerciale, e non lo sarà mai", fra qualche giorno saremo tutti qui a ricordarlo, per la prima volta e allora ci piace poter affermare che in occasione della XI edizione l'Associazione Culturale Carpino Folk Festival ha voluto, con orgoglio, commemorare la sua scomparsa senza annunci, senza clamore, senza azioni clamorose e quindi senza ritorni pubblicistici e/o commerciali, in maniera genuina, onesta di fronte al ricordo ma risoluta a non temere di guardare avanti proprio secondo lo stile di Sacco Andrea.

Ufficio Stampa Carpino Folk Festival