Menu Chiudi

“Ridateci nostro figlio”

I genitori minacciano d’incatenarsi in prefettura

<<I genitori di Valentino disperati. Si chiedono come sia possibile che otto mesi dopo la tragica morte del figlio, dalla Spagna non solo non hanno for­nito una sola informazione su chi e perchè l'abbia ucciso, ma non hanno ancora restituito il cadavere in modo che il padre e la madre possano avere una tomba su cui piangere. Hanno chiesto aiuto al vescovo, scritto al presidente della Repubblica. Adesso stanno pensando ad una protesta plateale, incatenarsi davanti alla Prefettura, perchè qualcosa finalmente si muova>>. Lo annuncia – e lo teme – 1'av­vocato Michele Sodrio che rap­presenta Umberto e Rosa Rol­lo, i genitori di Valentino il ventinovenne ammazzato in circostanze misteriose nell'ago­sto scorso nell'isola di Tenerife al largo della Spagna dove il gio­vane si era recato nel maggio del 2005, trovandoli lavoro come muratore e addetto alla sicurez­za in discoteche. Il cadavere fu rinvenuto a me­tà agosto in una scarpata dov'era stato buttato dopo es­sere stato colpito con un corpo contundente. Cadavere rimasto senza nome sino a quando nell'ottobre 2006 i genitori di Rollo si recarono a Tenerife a chiedere alle autorità spagnole notizie del figlio di cui non ave­vano più notizie da agosto. Ven­ne loro mostrato il cadavere del­lo sconosciuto peraltro in avan­zato stato di decomposizione; grazie alla presenza dei genitori sul posto fu possibile ricavare il loro Dna. confrontarlo con quello della vittima e si ebbe la certezza che era Valentino Rollo l'uomo ammazzato. Da allora i genitori del fog­giano e l'avv. Sodrio hanno in­trapreso tutte le strade, giudi­ziarie e istituzionali. per la restituzione della salma. Il pm fog­giano Ludovico Vaccaro ha av­viato un'indagine sulla morte di un cittadino italiano all'estero: il ministero della Giustizia ha avviato rogatoria internaziona­le per chiedere al ministero del­la Giustizia spagnolo la resti­tuzione del cadavere come pro­va necessaria alla Procura fog­giana per disporre l'autopsia. Pareva che la situazione si fosse sbloccata in dicembre e che il rimpatrio della salma fosse que­stione di ore: poi è arrivato il veto del giudice spagnolo che aveva bisogno di far eseguire ulteriori analisi sul cadavere. Nel frattempo í genitori del foggiano hanno chiesto aiuto al vescovo di Foggia (che ha in­terpellato il collega di Tenerife), hanno scritto al presidente del­la Repubblica Giorgio Napoli­tano ed al ministro degli Esteri Massimo D'Alema perchè in­tervenissero presso le autorità spagnole per 1a restituzione del­la salma. Hanno atteso mesi senza avere certezze e adesso potrebbero decidere una forma clamorosa di protesta: incate­narsi davanti alla Prefettura.