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A Bari la Conferenza nazionale degli assessori al Turismo ed alla Cultura

Massimo Ostillio (Turismo, Regione Puglia): «Qui nel Meridione stiamo facendo passi da gigante»

Secondo l’organizzazione mondiale del turismo (Unwto) nel 2020 i viaggiatori saranno ben oltre il miliardo e mezzo, e di questo flusso, pressoché raddoppiato, potrà sicuramente beneficiare l’Italia; attualmente il 12% del pil e il 10% dell’occupazione complessiva sono garantiti dal turismo. Va inoltre sottolineato che i turisti stranieri che arrivano in Italia (intorno al 40% del totale delle presenze) al Sud non superano il 14,1% del totale, in valore assoluto circa i due terzi di quelle del solo Veneto. «Rappresentiamo un pezzo importante dell’economia pugliese – spiega l’assessore regionale al turismo per la Puglia Massimo Ostillio, tra gli organizzatori della quarta Conferenza nazionale degli assessori alla cultura e al turismo in corso sino a domani a Bari – parliamo di qualcosa meno di tre miliardi di euro come giro di affari complessivi l’anno scorso, quindi è un fenomeno che non è più solo cultura, conoscenza, svago; sta diventando una componente economica essenziale nella vita dei territori e nella capacità di fare marketing e diventare più ricchi». «Per il Sud c'è una difficoltà oggettiva – ha riconosciuto Ostillio – e deriva dal fatto che attraiamo meno turisti esteri e quindi quella che una volta avremmo definito valuta pregiata; da noi arriva ancora con difficoltà, abbiamo una disparità rispetto al centro-nord che è notevole ma se viene visto in termini di prospettiva credo si possa scorgere la possibilità di avere un incremento del fatturato turistico maggiore rispetto a realtà più mature come quelle del centro- nord Italia».
«Mentre ci sono i grandi attrattori turistici, Roma,Venezia, Firenze o i laghi che hanno già le caratteristiche del prodotto maturo – ha rilevato ancora Ostillio – noi abbiamo la possibilità di far conoscere un pezzo della nostra offerta che oggettivamente è ancora sconosciuto e in questo ci metto tutta la filiera delle attività legate alle tradizioni locali, alla cultura dei luoghi, alla radici della terra, una possibilità ancora inespressa legata al turismo rurale, dei borghi minori. C'è un’offerta che si rivolge soprattutto al viaggiatore curioso». «C'è poi un altro aspetto legato alla capacità di essere competitivi – ha aggiunto l'assessore al Turismo della Puglia – che è legata alle dimensioni dell’impresa turistica, da noi viaggiamo su imprese con una ventina di camere ovvero 20/40 posti letto, rispetto a mercati con proprietà alberghiere con 1000/6000 mila posti letto, ovviamente così per noi l’approccio ai mercati internazionali è più difficoltoso. Più la dimensione è ridotta – ha rilevato Ostillio – più è difficile competere, nel campo del turismo dove c'è il massimo della globalizzazione e il massimo del locale, noi riusciamo a sfruttare a fini globali il nostro localismo che abbiamo in quantità. La Puglia era l’unica regione a non avere il portale turistico nonostante i finanziamenti fossero disponibili dal 2000 – ha ricordato ancora Ostillio – li abbiamo messi a frutto realizzando il portale nel giro di pochi mesi, quindi stiamo cercando di superare i limiti della frammentazione imprenditoriale, scarsi strumenti di comunicazione, politiche settoriali sviluppate con logiche che avessero una mission complessiva, stiamo cercando di comporre queste tessere e credo che in larga parte abbiamo avviato in Puglia un processo virtuoso. E anche nelle altre regioni meridionali c'è un analogo processo di aggregazione dell’offerta e di elevazione della qualità dei servizi e dell’imprenditoria locali, stiamo facendo passi da gigante».