Una lettera a tre mesi dall’incendio. Cinque persone salvate da un volontario.
L'incendio di Peschici un pò di tempo dopo. La testimonianza, a freddo, di chi ha vissuto, in prima persona, le drammatiche ore di quel 241uglio. «Sono passati – scrivono Alessandra, Fiorello, Emanuele, Flaminia, Flavio, Alessandro, Tancredi – oltre due mesi da quel terribile giorno in cui ci siamo trovati circondati dalle fiamme con la paura di non farcela. Mi sono trovata in quella situazione surreale con un'amica e cinque ragazzini. Ho avuto paura per loro, ho controllato i loro sguardi per più di quattro ore, il tempo che siamo rimasti in acqua ad aspettare i soccorsi che non sono mai arrivati. Non quelli ufficiali, almeno». Quando però tutto sembrava perduto, ecco «i primi gommoni privati venirci incontro, eravamo esausti e psicologicamente provati. Non pensavo che fosse così difficile e faticoso elaborare un evento come questo. Ma adesso, che tutto è finito bene, sento forte il desiderio di raccontare la parte bella della nostra disavventura. La provvidenza ha un nome ed un cognome: Silvestro Regina, volontario della Protezione civile, il nostro eroe. Ci ha raccolti sfiniti, sudati e bruciacchiati mentre arrancavamo a piedi sulle salite di Peschici cercando di raggiungere la palestra dove avremmo dovuto trascorrere la notte. Ci ha rassicurati, incoraggiati, protetti. E poi, dopo averci guardati negli occhi ci ha detto: "No, io non vi ci porto là, non posso". Ha girato la macchina e ci ha portato in un posto lontano dall'inferno, il suo paese, San Severo, a casa sua. Ci ha vestiti, nutriti, consigliati, accompagnati, indirizzati. Ci ha messo a disposizione la sua casa e il suo bellissimo laboratorio di orafo, pieno di oggetti speciali. Speciali come lui.
Grazie, Silvestri, sei riuscito a trasformare la nostra terribile esperienza in un momento importante della nostra vita. Un insegnamento e un esempio per i nostri ragazzi, un conforto enorme e un amico prezioso per noi adulti. Grazie di cuore».