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CONFESERCENTI, ALLARME RACKET ANCHE IN PUGLIA

E' una piovra che stritola tutto ciò che ha innanzi. Il racket in Italia ha raggiunto livelli altissimi. Ormai, secondo un'indagine di Confesercenti, nel paese nel 2006 oltre il 20 percento degli imprenditori ha denunciato di essere vittima di estorsioni.

In Puglia il dato è allarmante: a pagare il pizzo, sempre secondo le statistiche di Confesercenti, è il 30% delle imprese. Le province di Bari e Foggia le più esposte. Dati che fanno paura e che per Confesercenti, in occasione del decimo rapporto sulla criminalità, fanno della mafia la prima industria del paese. Lievita il fatturato del crimine: ogni angolo produttivo dello Stivale è soffocato dalla richiesta di tangenti. Un allarme che anche Tano Grasso, presidente del Fai, il Fondo anti racket italiano, sottolinea. "In Sicilia, Calabria, Campania, un pezzo di Puglia e un pezzo di Basilicata, dice Grasso, chiunque vuole fare impresa deve confrontarsi con il fenomeno del pizzo e con il condizionamento mafioso. Non vi è insomma libertà di impresa". E' così che allora, le uniche imprese libere sono quelle gestite dalla mafia.