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Lascia call center e fa prostituta.

33anni e un mutuo da pagare. I soldi non bastano mai e lo stipendio del call center di 550 euro al mese non arriva nemmeno a coprire la rate mensile da dare alla banca. Così Federica D'Arienzo, romana, ha deciso di cambiare diametralmente vita. In una lettera inviata al Giornale, la donna se la prende coi sindacati colpevoli di avere costretto i lavoratori a un contratto capestro e confessa: "Ora faccio la prostituta". Nella lettera la donna, che lavorava all'Atesia, punta il dito contro Oliviero Diliberto, leader del Pdci, che qualche giorno fa nella trasmissione Ballarò, aveva enfatizzato la stabilizzazione dei lavoratori di Atesia col nuovo contratto. Ma, stando a quanto dice la 33enne, il contratto è stato fatto sulla pelle dei lavoratori che hanno dovuto accettare condizioni sfavorevoli. Si è passati dalle 36 settimanali alle 20 con lo stipendio mozzato a 550 euro mensili contro i 1.200 precedenti. Poi la turnazione impossible di notte. E infine la concessione all'azienda della rinuncia della richiesta dei contributi maturati precedentemente dai lavoratori e mai versati da Artesia.

"Le sa tutte queste cose Diliberto? Lo sa che ora faccio la prostituta?". Così chiude la lettera la 33enne che spiega come sia dovuta ricorrere alle estreme conseguenze prostituendosi per evitare il completo tracollo economico.

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