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Legambiente: in Puglia aumenta pericolo frane e alluvioni

In Puglia cresce il pericolo frane e alluvioni il 78% dei comuni e' in ritardo nella prevenzione e il 67% ha abitazioni in aree a rischio ancora carente il sistema locale di protezione civile solo l'11% dei comuni ha un piano d'emergenza aggiornato urgente la nuova classificazione dei comuni a rischio. E quanto emerso stamani nella conferenza stampa di "Ecosistema rischio 2007", l'indagine inedita di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile presentata oggi a Bari nel corso della tappa pugliese di "Operazione Fiumi". Tra i comuni della Puglia classificati a piu' alto pericolo di alluvioni e frane appena il 22% svolge un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico. Dai dati emerge che il 67% ha abitazioni in aree a rischio e oltre uno su tre presenta in tali aree addirittura interi quartieri. Nel 50% dei comuni sono presenti fabbricati industriali in zone esposte a pericolo. Nonostante il territorio si dimostri sempre piu' fragile solo il 16% dei comuni ha avviato interventi di delocalizzazione delle abitazioni dalle zone a piu' alto rischio e nessuno si e' attivato per delocalizzare fabbriche, magazzini o capannoni. Il 61% delle amministrazioni non svolge una ordinaria manutenzione degli alvei e delle sponde dei fiumi. Carente -secondo il rapporto Ecostistema rischio 2007- la situazione anche per quanto riguarda le attivita' locali di protezione civile per rispondere all'emergenza in corso. Il 72% dei comuni si e' dotato di un piano d'emergenza ma soltanto l'11% lo ha aggiornato negli ultimi due anni. Solo nel 27% dei casi sono state organizzate attivita' di informazione rivolte alla popolazione. Con "Ecosistema rischio" Legambiente ha concentrato l'attivita' di monitoraggio proprio sui 48 comuni della Puglia classificati a rischio da Ministero dell'Ambiente e UPI nel 2003, per verificare cosa facciano realmente le amministrazioni per prevenire il pericolo a cui sono esposti territorio e cittadini. "La situazione per quanto riguarda il dissesto idrogeologico in Puglia diviene di anno in anno piu' preoccupante – spiega Paola Tartabini, portavoce nazionale di Operazione Fiumi – per di piu' la nostra indagine si e' concentrata sui comuni classificati ad elevato rischio idrogeologico, una classificazione che risulta ormai non adeguata in cui appare sottostimato il numero dei comuni a rischio". "L'autorità di bacino -ha detto Tartabini-ha stilato un nuovo elenco, da cui emerge una forte fragilita' del territorio pugliese, che pero' non e' ancora stato approvato. L'approvazione di tale nuova classificazione e' fondamentale e prioritaria, soprattutto per evitare che si continui a costruire nelle aree piu' a rischio". Nessun comune pugliese quest'anno ottiene un riconoscimento per il buon lavoro svolto. Solo i comuni di Pesticce (Le), Castelvecchio di Puglia (FG), Poggiorsini (Ba) e Alberona (Fg) si aggiudicano la sufficienza nel lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico, con il voto di 6. Mentre la maglia nera va al comune di Altamura (BA) che, pur avendo strutture in zone a rischio, ha avviato troppi pochi interventi finalizzati alla messa in sicurezza del proprio territorio. "Nella nostra regione la fragilita' del territorio, accresciuta da una urbanizzazione incontrollata anche delle aree a rischio, diviene sempre piu' preoccupante – spiega Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – come dimostrano gli avvenimenti degli ultimi giorni bastano ormai semplici temporali per procurare nel migliore dei casi allagamenti e disagi. Diviene, pertanto, improrogabile attivarsi per una seria politica di prevenzione per rendere il nostro territorio piu' sicuro e per l'organizzazione di un efficiente sistema locale di protezione civile. Vogliamo comunque esprimere la nostra soddisfazione per l'istituzione del Parco Naturale Regionale "Fiume Ofanto" uno degli obiettivi che avevamo indicato come prioritari durante la nostra campagna dello scorso anno. L'istituzione del parco consentira' certamente di tutelare e rinaturalizzaze dove necessario gli ambienti e il paesaggio fluviale e di monitorare l'inquinamento del fiume Ofanto".