Menu Chiudi

Spostamenti di parroci contestati dai parrocchiani a Manfredonia

Vescovo, ci ripensi! – Parole veementi e pesanti indirizzate a Monsignor D'Ambrosio dal ‘Gruppo di preghiera improvvisato della parrocchia del Carmine’

Una polemica lettera aperta è stata indirizzata dal ‘Gruppo di preghiera improvvisato della parrocchia del Carmine’ a monsignor Domenico D’Ambrosio. Pomo della discordia continua ad essere lo spostamento dei due amatissimi parroci, Don Giovanni e don Dino, dalla chiesa del Carmine.
Ormai la questione, niente affatto assimilata, sembra essere degenerata ed il gruppo di preghiera appositamente costituitosi si rivolge al proprio arcivescovo con parole veementi, probabilmente anche dimenticando che ci si sta rivolgendo ad un monsignore. “Si rende conto del malcontento generale che ha generato nell’ambito delle diverse parrocchie del territorio? – si legge nella missiva – Ha scatenato l’insoddisfazione di una miriade di credenti nell’immediato circondario disilludendo aspettative fondate su validi soggetti posti a guida di chiese ad alta densità di fedeli”.
Cariche di astio e forse un po’ troppo pesanti le parole usate dai parrocchiani, specialmente quando mettono sotto accusa la bontà dell’operato di monsignore e poi domandano: “Non è forse un’ingerenza il volere di un vescovo, pastore a guida della sua “chiesa” il voler a tutti i costi sconvolgere equilibri stabilizzati e volti a far crescere nella maturità più totale bambini, giovani e adulti che vogliono dedicare spazi della propria vita a Cristo?”.
Si legge ancora nella lettera: “Il ‘buon pastore’ non è forse colui che agisce innanzitutto secondo coscienza, nel rispetto della coscienza dell’individuo stesso? A cosa deve pensare se non al benessere dei parrocchiani? E allora, perché deteriorare equilibri costituitisi a fatica sulla generosità e sull’operosità dei parroci fuori dagli schemi dell’ambizione, ma vicini solo alle esigenze dei propri parrocchiani?”. La violenta polemica nasce anche dal fatto, a detta dei parrocchiani, che vi sarebbero invece a Manfredonia dei sacerdoti che svolgono le proprie funzioni nella medesima chiesa da sempre. “Il vescovo saprà allora che non va considerata la distinzione tra parroci amovibili ed altri intoccabili che esercitano il loro ministero nell’ambito di una stessa parrocchia – dichiarano quindi a tal proposito – non ci sono parroci a cui tutto è dovuto ed altri che invece possono trotterellare da una chiesa all’altra non ponendo radici, ma a dispetto dell’equità vagano perché non rispecchiano le simpatie di questo o quel prelato”. Quindi i parrocchiani del ‘gruppo di preghiera improvvisato’ invitano l’arcivescovo a meditare “sull’esercizio dei suoi poteri, volti a spezzare incantesimi costruiti a fatica”. Concludono infine con una richiesta: “Perché allora, Eccellenza Reverendissima, non scende un po’ ai nostri umili livelli e prova a darci una risposta che non sia la solita: ‘Abbiate fede!’”.

Maria Teresa Valente

Manfredonia.net