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Scarcerato il papà di Ciccio e Tore

E' stato scarcerato per disposizione del gip Giulia Romanazzi Filippo Pappalardi, il papà di Salvatore e Francesco, i fratellini di Gravina in Puglia trovati morti in una cisterna di una casa abbandonata il 25 febbraio scorso. Secondo quanto accertato nelle perizie dei medici legali, Tore – che riuscì a sopravvivere più tempo – trascinò Ciccio tirandolo dalla gamba non lesionata, la sinistra. E' possibile anche che Salvatore abbia tentato di risalire utilizzando alcuni tufi presenti nella cisterna. Sempre secondo i medici legali Francesco morì nel sonno per shock emorragico dopo 3 o 4 ore dalla caduta, Salvatore sopravvisse per 24 ore.
E' stato scarcerato per disposizione del gip Giulia Romanazzi Filippo Pappalardi, il papà di Salvatore e Francesco, i fratellini di Gravina in Puglia trovati morti in una cisterna di una casa abbandonata il 25 febbraio scorso.

PERIZIA MEDICO LEGALE: TORE TRASCINO' CICCIO NEL POZZO
Il piccolo Salvatore Pappalardi, una volta precipitato insieme al fratello nel pozzo fatale di via Giovanni Consolazione a Gravina in Puglia, il 5 giugno del 2006, trascinò Francesco dalla base della caditoia del pozzo fino al luogo all’interno della cisterna nel quale sono state ritrovate le due salme lo scorso 25 febbraio. “Le lesioni riportate da Francesco – scrivono i medici legali nella perizia consegnata al magistrato della Procura della repubblica di Bari che indaga sulla morte dei due fratellini di Gravina – erano di entità tale da non consentire la deambulazione. Quelle di Salvatore, invece, la consentivano, sia pure con impaccio, difficoltà e dolore”. Secondo quanto accertato Tore, che riuscì a sopravvivere più tempo, trascinò Ciccio tirandolo dalla gamba non lesionata, la sinistra. Lo si dedurrebbe da alcune pieghe della camicia indossata dal fratello più grande. E’ possibile anche che Salvatore abbia tentato di risalire utilizzando alcuni tufi presenti nella cisterna. Sempre secondo i medici legali Francesco morì nel sonno per shock emorragico dopo 3 o 4 ore dalla caduta, Salvatore sopravvisse per 24 ore e morì per una serie di fattori concomitanti: emorragia, freddo, indebolimento dell’organismo per mancanza di alimentazione. “Teoricamente – scrivono i medici – non è possibile escludere comunque altre lesioni a carico di organi non più presenti nelle salme, stante lo stato del rinvenimento, che potrebbero aver ridotto i tempi di sopravvivenzà”.