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Associazione Pugliesi di Milano presentazione del libro “voci dal salento”

Questo libro è nato tra la gente salentina, vissuta o vivente, e da me coinvolta con testimonianze di vita, documentazioni ed altro materiale; di loro, dei più semplici, in versi ed anche in prosa, ho cercato di esaltare l’immagine in rapporto al territorio, alle tradizioni e ai comportamenti, accettando anche consigli spiccioli per una migliore riuscita del libro.
In questo volume c’è la loro voce spesso, ahimè, rimasta inascoltata perché condizionata da negative vicissitudini socio-politiche; la voce di  gente vissuta in una terra ricca di storia e tradizioni locali che ne hanno caratterizzato gli aspetti comportamentali, ma che ora vive, come  tutti noi, in un’epoca nella quale i grandi valori morali e le tradizioni vanno sempre più scemando.

Questa sera, servendomi dei versi scaturiti dal mio cuore di vero salentino,  assumo, forse indegnamente, il ruolo di ambasciatore della mia terra.

Parlerò dei suoi valori generazionali, in tanti casi trasmessi ai suoi figli costretti ad abbandonare le famiglie per cercare affermazione altrove.

Una cosa è certa: non è mai venuto meno, nei miei conterranei, lo spirito di sacrificio acquisito e del quale continuano a far tesoro, in qualsiasi grande contesto in cui siano emigrati.

Personalmente, mi ritengo tra i fortunati per aver avuto, dopo un po’ di anni trascorsi altrove, la possibilità di tornare alle mie origini. Ma sia chiaro,  rivolgo un sentimento di riconoscenza  alle grandi metropoli, come Milano,  che ci hanno ben accolti.

Ritengo, per concludere, che le tradizioni popolari legate alle identità locali siano un grande patrimonio per il nostro Paese, per la Puglia e la Lombardia.

L’occasione di questa sera è motivo di esaltazione di questi valori territoriali,   presupposto per uno stile di vita  di gran lunga migliore.

Grato dell’attenzione e degli interventi di Agostino Picicco e di Francesco Lenoci, che tanto si sono adoperati nel Salento, nel resto della Puglia . . . . per diffondere la parola di don Tonino Bello, riporto qui di seguito i versi (in vernacolo e poi in lingua italiana)  a lui dedicati nel libro “Voci dal Salento”.

NU VESCUVU ‘MMENZU ‘TTUTTI
(dedicata a Don Tonino BELLO)

    Parìa Cristu vinutu pe’ lla gente             
    ca te mutu tiempu stìa spittannu,
    percè, ‘ntra ‘stu munnu, ‘a nota dulente
    ete ca cumanna ‘a forza e lu ‘ngannu.
    Te preite semplice ccuminciannu,
    ca le maniche se nfurticava
    e tutti allu stessu modu mbrazzannu,
    comu Gesù ca l’amore purtava.
    Vistutu l’hannu poi te russu,
    ma su dha seggia picca s’ha ssittatu,
    scucchiannu ‘e sofferenze allu lussu
    e ci era putente haje scummitatu,
    lluttannu pe’ ci nunn’ha tinuta uce.
    Prima cu sse lu porta ‘a mmalatìa,
    a dhu te lu Signore sta’ vvite ‘a luce,
    ‘u surrisu ha lassatu a ci canuscìa,
    ca te dhu Vescuvu t’’a pace è ‘ssutu
    e i sonni ha ‘ccumpagnati te ogni età;
    in punta te peti se n’è poi sciutu
    facennu cantare a tutti: “libertà!”

UN VESCOVO IN MEZZO A TUTTI
(traduzione di “Nu vescuvu ‘mmenzu ‘ttutti)

      Pareva Cristo venuto per la gente
      che da molto tempo stava aspettando,
      perché, in questo mondo, la nota dolente
      è che comanda la forza e l’inganno.
      Da prete semplice cominciando,
      che le maniche si rimboccava
      e tutti allo stesso modo abbracciando,
      come Gesù che l’amore portava.
      Vestito l’hanno poi di rosso,
      ma su quella sedia poco si è seduto,
      scegliendo le sofferenze al lusso
      e chi era potente ha scomodato,
      lottando per chi non ha tenuta voce.
      Prima che se lo portasse la malattia,
      dove del Signore sta vedendo la luce,
      un sorriso ha lasciato a chi conosceva,
      che da quel Vescovo della pace è uscito
      e i sogni  ha accompagnato d’ogni età;
      in punta di piedi se n’è poi andato,
      facendo cantare a tutti: “libertà!”

Antonio DAMIANO