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Tutti maggiorenti dell’UDC mollano super Angelo per Pepe

Angelo Cera è un rebus anche per il suo partito. Dopo le dichiarazioni di ieri sull’Udc che “ha chiuso con l’amministrazione Pepe”, la richiesta di elezioni in primavera e la strigliata ad un partito fin troppo “prono” al Pdl, la replica non si è fatta attendere. Il deputato di San Marco in Lamis, nell’intervista rilasciata all’Attacco, non ha risparmiato fendenti a nessuno. Il suo segretario provinciale Franco Di Giuseppe era stato indicato come colui che “ha inflazionato la sua presenza a Palazzo Dogana” per prender atto di quanto, proprio, “il matrimonio” con il centrodestra sia fallimentare. “Non frequento i Palazzi, ma se devo ancora imparare dove stanno le stanze! Frequento le sedi di partito. Se uno vuole fare i giochetti goliardici, beh, sono da prendere così come sono, non si va oltre quello”. Derubrica a gaudente faciloneria l’uscita di Cera, tratteggia la sua personalità con un “è così, molto eccentrico” poi, con il pennarello, riscrive i ruoli: “La linea la detta la segreteria. Non mettiamo in discussione le scelte fatte, chiediamo, certo che il presidente Pepe convochi tutte le forze di maggioranza e si assuma, nel caso non si volessero approfondire le questioni, le proprie responsabilità. Ma deve essere una conseguenza, non una premessa”. Secondo Cera, invece, è stato “un errore” andare insieme al Pdl perché Pepe, a un certo punto, si è sentito “la panacea di tutti i mali”. Bruno Longo, responsabile organizzativo dell’Udc, incalza per gradi: “Capisco il suo stato d’animo, ma bisogna parlare in modo organico, certe dichiarazioni le fanno i segretari, non lui, che pure è importante come figura nel partito ed è un amico”. Un legame cui aveva fatto appello anche Cera a proposito del consigliere provinciale Marinacci e di tutto il resto degli udiccini. Aveva chiamato in causa gli altri componenti della segreteria per capire, forse, chi lo appoggia e chi invece dissente. Nel day after del deputato, dissentono tutti gli intervistati. Longo è ancora più dettagliato: “Non condivido una virgola di quanto ha detto, ha anche sminuito il ruolo del segretario affermando che starebbe sempre a palazzo dogana, non si possono soverchiare gli organi preposti alla mediazione”. Rimane di ghiaccio l’UDC di fronte al fervore di Cera, anzi si coglie l’occasione per dichiarare urbi et orbi l’alleanza con il centrodestra: “abbiamo detto a casini a livello regionale – continua Longo – che vogliamo stare nel centrodestra, al limite corriamo da soli”. Nino Marinacci, consigliere provinciale, non perde la sua proverbiale calma. E comincia con le citazioni letterarie: “Uno il coraggio non se lo può dare”. E spiega: “Parlo del coraggio del dialogo, in politica si vincono le elezioni, si deve capire che c’è una macchina nuova, una squadra nuova che – mette insieme persone di sessantaquattro paesi diversi”.
Getta acqua sul fuoco e ribalta, in ulteriore quesito, l’affermazione di Cera sulle urne aperte a breve anche per le provinciali. “Si vota in aprile? E noi lo rivotiamo in Parlamento”. Tracciato il percorso, insomma, che ognuno se lo curi, la votazione dell’assestamento di bilancio in programma oggi a Palazzo Dogana “è l’atto con cui l’Udc esprime la sua fiducia a Pepe- dice un Marinacci in risposta istituzionale- con Michele Bonfitto e Pasquale Pellegrino voteremo con convinzione questo bilancio. La politica non si fa solo con il sangue, come lui, ma con la testa, si deve capire che c’è una macchina nuova”.
In questi giorni la segreteria foggiana farà uscire un documento per chiarire dove va l’Udc. In prima battuta ne aveva parlato Marinacci a proposito delle riunione romana con Mario Tassone. In quella sede le rivendicazioni dell’ex Cdu per restare dentro il centrodestra e la volontà di capire Casini. Uno scontro fra leadership nel partito è evidente, Marinacci e Cera a contendersi lo scettro della guida. Con il segretario che tiene la barra al centro, diviso com’è fra due cavalli imbizzarriti del partito. E’ quasi più facile mantenere l’equilibrio in coalizione per l’Udc che all’interno del partito. Il deputato di San Marco ha cominciato con una lettera di una ventina di giorni fa a sottolineare quanto fosse stato “vano” allearsi con il Partito delle libertà. Ha rimarcato che il suo partito è stato poco “considerato” nelle scelte di Pepe ed ha, sostanzialmente, avviato una verifica. Solo che la portata dell’intervento non ha sortito gli effetti sperati, cioè è cambiato poco. Ieri è intervenuto a gamba tesa contro i suoi attuali alleati, ha definito “cancro” da estirpare l’intesa con il Pdl, ha ricordato di non prendere un caffè con Pepe dal giorno dopo le elezioni e ribadito come sarebbe stato diverso l’esito elettorale se si fossero schierati con Campo. Poi, tranchant: “Abbiamo sbagliato” ad allearci con il centrodestra. I suoi amici di partito interpretano fino ad un certo punto, la coalizione tiene – rispondono . ed oggi votano l’assestamento di bilancio. Basterà?.
PAOLA LUCINO
L’Attacco