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Vico/ Le associazioni garganiche si sono “annusate” ma non si sono “menate”

Convegno a Vico del Gargano organizzato da “Io sono Garganico”. Presenti portavoce e presidenti di più di una dozzina di sodalizi, compreso il nostro “Punto di Stella”. Una svolta? Forse

 

Nella sede della Associazione vichese “Io sono Garganico”, organizzatrice dell’incontro, si è tenuto a Vico il primo summit dei sodalizi più rappresentativi e attivi del nostro Promontorio. Erano presenti presidenti e portavoce delle realtà associative di San Nicandro, Vico, Rignano, Montesantangelo, Ischitella, Carpino e naturalmente Peschici con "Punto di Stella" e "Rimboschiamo Peschici" (assenti per vari e giustificati motivi altri movimenti).

La discussione è entrata subito nel vivo quando, prendendo spunto dalla motivazione che ha sollecitato gli organizzatori a intraprendere tale iniziativa esternata dal moderatore Michele Lauriola (“Fuoriporta”, Vico), supportato dal presidente di “Io sono Garganico”, Gaetano Berthoud, ha preso la parola il presidente della peschiciana Associazione Culturale “Punto di Stella”, Piero Giannini, sintetizzando il documento che segue, messo agli atti del convegno.

“Io comincerei con la definizione del termine ASSOCIAZIONISMO. E per farlo chiedo aiuto al Ministero delle Politiche Sociali, che recita: “L’associazionismo è l’espressione delle attività di partecipazione, solidarietà e pluralismo per il conseguimento di finalità di carattere sociale, civile, culturale, di ricerca etica e spirituale, promosse dai cittadini costituiti in forma associativa”.

“Ho scelto questo tipo di esordio perché la definizione mi serve a estrapolare tre termini che, personalmente, ritengo fondamentali:

–    PARTECIPAZIONE
–    SOLIDARIETA’
–    PLURALISMO.

“Mi sembra pleonastico aggiungere che la relativa spiegazione sia superflua e che se solo uno di tali parametri portanti venisse a mancare, il sodalizio associante andrebbe a farsi friggere. Detto ciò – e detto come pro-memoria per ciascuno di noi – mi chiedo: a cosa serve la mia associazione? A cosa servono le vostre associazioni? La risposta ce l’avete tutti sulla punta della lingua: “Vatti a leggere gli statuti, nel caso tuo vattelo a rileggere!”

“Giusto. Bene. Ma se la carta canta, i fatti quali sono? Li riassumo in un solo vocabolo: NICCHIE! Nicchie nelle quali, PARTECIPAZIONE SOLIDARIETA’ PLURALISMO, lentamente, gradualmente, inesorabilmente, sono destinati a inaridirsi, a seccarsi, privati di quella stessa linfa che all’inizio appariva inesauribile, ricca, preziosa. Non dico nulla di nuovo o di debilitante se affermo che tutti abbiamo visto nascere e morire, più o meno subito, tantissime associazioni!

“Nicchie, inoltre, e arrivo al nòcciolo della mia tutta personale disamina, in cui NESSUNO ha il diritto di metterci il naso, perché considerate inattaccabili, inossidabili, MIGLIORI di tutte le altre. Quando tutti, o almeno coloro che non vivono di presunzione, sappiamo benissimo che ciò è impossibile. E oltre che impossibile, autolesionistico.

“Nicchie, ancora, che vivendo di vita e luce propria, in perfetta solitudine, in dorata solitudine, posseggono uno spessore relativo, molto relativo, non hanno forza, energia per contrastare quanto di negativo le circondi, per combattere lotte socioculturali in nome di quei tre parametri precedenti. E se non sono depositarie di tali energie, figuriamoci se possono pretendere di vincere delle battaglie! Specialmente sapendo, non nascondiamoci dietro un dito, che girato l’angolo c’è un’altra associazione che ti sta facendo le scarpe, che vuole fagocitarti, che ritiene la propria nicchia superiore alla tua, che ti vuole fare fuori, vuole farti sparire o, volendo minimizzare, non ha nessuna intenzione di aver a che fare con te. Basta contare quanti gruppi nascono come funghi sul nuovo e frequentatissimo social network “Facebook” simili, per non dire uguali ad altri pre-esistenti, solo per il gusto di soddisfare il proprio individualismo quando sarebbe molto più logico aderire a uno già in rete.

“Al riguardo, anche per rafforzare il concetto, mi sovviene un episodio che avalla l’affermazione. Anni ’70. Partecipo a un corso di aggiornamento in cui il referente-principe è Giuseppe Pittano, giornalista bolognese, linguista e scrittore, autore di grammatiche italiane e dizionari, ora scomparso. Al termine del corso, salutandoci, gli chiedo un’impressione sull’esito della sua e nostra esperienza. Lapidaria e acuta la valutazione, senza confini o steccati. “Presi individualmente, voi uomini del sud non avete rivali, non vi batte nessuno. Ma siete incapaci di lavorare in équipe”. E torniamo alle nicchie.   

“Nicchie, dicevo, che al loro primo apparire mettono in difficoltà il potere legale, perché partono sparate e, dall’altra parte, non capiscono bene dove vogliano andare a parare. Con ciò non voglio dire, ed entro per un attimo nello specifico, che gli amministratori comunali di Peschici ci temano, lungi da noi, temano cioè “Punto di Stella” (anche se abbiamo scelto appositamente una testata che potrebbe intimorire!), ma ci rispettano, sanno che noi siamo lì, sulla breccia, pronti ad azzannare.

“E’ vero, siamo nati da poco, anche se il cartaceo e il sito ci hanno preceduto rispettivamente di un anno, il primo, e sei mesi, il secondo, non abbiamo ancora dimostrato tutte le nostre potenzialità e se le possediamo veramente oppure siamo il classico fuoco di paglia, quindi attendono e nell’attesa ci considerano un possibile alleato o un probabile nemico, guardandoci con una certa… chiamiamola semplicemente curiosità. Quando capiranno che facciamo sul serio – ovvio, se riusciremo a dimostrargli che stiamo facendo sul serio – si guarderanno bene dal mettere a rischio per la seconda volta la pelle di uno sconsiderato (dico la prima cosa, banalissima, che mi viene in mente) che vada a giocherellare con una cassetta Enel di servizio al lampione della illuminazione pubblica lasciata aperta e coi fili scoperti, perché sa (e glielo abbiamo dimostrato) che i nostri associati hanno occhi e orecchie ben aperti, antenne sempre dritte e vibranti. Cosa che non ci è riuscita, per la verità, con la famosa fossa dell’ascensore per disabili all’interno del Comune, ma solo perché non ne abbiamo avuto il tempo materiale. E poi non siamo infallibili!

“Consapevole di quanto vado dichiarando, anche alla luce delle recentissime vicende facebookiane (un bene che siano sfociate ancor prima d’iniziare un certo percorso, anche se al DNA non si comanda, purtroppo; segui i link http://www.puntodistella.it/news.asp?id=1581 e http://www.puntodistella.it/news.asp?id=1584), non mi perdo in altre chiacchiere ed espongo subito il nostro progetto: scoperchiamo queste nicchie, accettiamo l’altrui presenza ed esistenza, usciamo dall’aureo isolamento nel quale ci crogioliamo – sì, ma per quanto tempo ancora? – e lottiamo INSIEME, perché questo, lo sento, partecipando la medesima sensazione dell’amico Antonio Basile, è il nostro momento!

“Ed ecco il progetto: una ALLEANZA di ASSOCIAZIONI, una SUPERASSOCIAZIONE che, nel rispetto delle singole autonomie, riunisca tutte o la maggior parte delle realtà associative garganiche e porti avanti un intento comune, individui di volta in volta una situazione e, unita nelle proprie componenti, si ponga come interlocutore SERIO POSSENTE DECISO INTIMORENTE con ciascuno dei mezzi informativi di cui disponiamo. E vedrete che i problemi (quanti ne ha il Gargano!), i soprusi, gli scippi (non voglio neanche elencarli), i furti, le promesse mancate, le dimenticanze, gli oblii, le prevaricazioni, la NON-CONSIDERAZIONE, diventeranno un lontanissimo ricordo. “L’interesse generale è l’insieme degli interessi particolari” suggerisce il Basile-pensiero, e io lo convalido.

“Portiamo dunque all’interno di questa nuova area progettuale – la SUPERASSOCIAZIONE e non un partito politico o una lista civica, sia ben inteso, da cui tenersi alla larga secondo le mie vedute altrimenti si combatterebbe contro se stessi – mettiamo insieme le nostre singole forze e da piccoli cacciatorpedinieri diventeremo una corazzata. Ovviamente, e capisco che questo possa diventare il fianco debole da non offrire MAI al metaforico nemico, mettendo da parte quelle che in un mio recente intervento, prima sul nostro sito, poi su FB, ho definito “humus che sa di faide intestine e rivalità” – lasciatemelo dire – becere e antiquate, da medioevo, del tempo in cui ci si vendeva a Longobardi o Bizantini (la Storia ce lo insegna), Angioini o Aragonesi, Spagnoli o Francesi, allo straniero insomma, per non allearsi col vicino di casa, di paese, di contrada, e finire sotto ben altro tallone. Non per questo siamo diventati Nazione solamente nel 1860”.

Ne è seguita una lunga e articolata discussione nella quale sono intervenuti il responsabile di Legambiente, Franco Salcuni, il presidente del Carpino Folk Festival, Michele Ortore, entrambi i moderatori, considerando la soluzione proposta dal presidente di “Punto di Stella” fattibile, perseguibile, ovviamente dopo attento esame delle modalità in cui dovrà svilupparsi e dei paletti entro cui dovrà muoversi. Sono seguiti gli interventi degli altri rappresentanti che hanno illustrato il lavoro svolto all’interno dei propri sodalizi e le attività finora portate a buon fine.

Dopo una necessaria quanto breve “pausa caffè”, il convegno ha avuto la sua suggestiva prosecuzione negli ambienti di Palazzo della Bella dove è stata “reinventata” la piazza dei paesi di un tempo, con il suo circolo culturale, il cinematografo, il circolo sociale, il negozietto e l’immancabile cantina. A disposizione dei visitatori una nutrita serie di materiali illustrativi delle diverse associazioni presenti e gli stessi loro rappresentanti.

NOTA DI COLORE – Non c’è stato presidente o portavoce che non abbia “annusato” il collega, ma non abbiamo registrato nessun pestaggio, nessuna scazzottatura, nessuna rissa (nemmeno verbale)… Insomma, “non si sono menati” (checché ne dica, o ne scriva, qualcuno)!

puntodistella.it