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Tangenti Sanità in Puglia altra indagine per corruzione

Accertamenti per i reati di corruzione e falso sono in corso da parte della Guardia di finanza per verificare la regolarità delle procedure seguite dall’assessorato alle Politiche della salute della Regione Puglia per stipulare accreditamenti e convenzioni con case di cura pugliesi. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Marco Dinapoli, è affidata ai pm inquirenti Renato Nitti, Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro che hanno in corso verifiche sull’operato di funzionari e dirigenti dell’assessorato regionale alla salute e dei loro rapporti con alcuni imprenditori. Si tratta della seconda indagine sulla gestione dell’assessorato alle Politiche della salute avviata dalla magistratura dopo quella della Dda che, il 6 febbraio scorso, ha portato alle dimissioni dell’assessore Alberto Tedesco, indagato per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e al voto di scambio assieme ad alcuni direttori generali delle Asl, a imprenditori e a funzionari regionali. La ‘nuovà indagine, che in realtà è stata avviata all’inizio del 2008 ed è a lungo rimasta ‘conoscitivà, riguarda convenzioni e accreditamenti stipulati fino al 31 dicembre 2007. Il sospetto (tuttora in corso di verifica) è che funzionari e dirigenti dell’assessorato abbiano agito con troppa fretta, e in cambio di utilità, per favorire case di cura che premevano per essere ammesse, entro la fine del 2007, all’ultima tornata di convenzioni e accreditamenti, non prevista per il 2008. L’indagine ha preso il via esaminando un presunto conflitto di interessi nella sanità pugliese che coinvolge l’assessore Tedesco, i cui figli sono soci di aziende che operano in campo sanitario. Questo filone investigativo avrebbe escluso – a quanto si è saputo – qualsiasi conflitto d’interesse. Nell’ambito dell’indagine (il 23 gennaio 2008), la procura fece sequestrare un centro di riabilitazione privata che stava per entrare in funzione a Putignano (Bari), pur non avendo – secondo l’accusa – tutte le carte in regola. Il centro era stato accreditato dalla Regione il 24 dicembre 2007. Dopo il sequestro fu ipotizzato il reato di falso e furono attivate indagini e intercettazioni telefoniche.