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Il Gargano e i suoi Porti Turistici (3)

Vieste – Porto Turistico, ad agosto si parte – Cidonio: "bruceremo i tempi".

 

Alterne vicende, e una buona dose di sfortuna,  ne hanno impedito finora l’apertura. Ma per il porto turistico di Vieste ora si prospetta l’avvio, sia pure a regime ridotto. Pontili e parte dei servizi dovrebbero cominciare a funzionare per i primi di agosto. Queste, almeno, sono le intenzioni del raggruppamento temporaneo d’imprese Cidonio – Acquatecno, che si è aggiudicato l’appalto per il completamento e la gestione dell’importante infrastruttura, sancito dalla recente decisione del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato dal gruppo. Un decisione, quella dei giudici di Palazzo Spada, che ha posto senz’altro la parola fine alla tormentata vicenda legata alla realizzazione del porto turistico viestano. Una vicenda del tutto diversa da quella che, invece, ha consentito a Rodi Garganico di avere in tempi molto più brevi il proprio porto. Difatti, mentre per la “marina” rodiana s’è trattato d’intervenire con un progetto finanza, che rappresenta, ormai, il metodo più facile e conveniente per le amministrazioni pubbliche intenzionate a realizzare opere infrastrutturali, nel caso di Vieste si è dovuto ricorrere, perché l’unica possibile all’epoca, alla obsoleta formula dei finanziamenti regionali e statali. Con tutte le problematiche annesse e connesse, l’insormontabile burocrazia, il difficile reperimento di fondi, gli immancabili ricorsi, le sentenze di Tar e tribunali vari, i tempi biblici per le approvazioni progettuali, e tanto altro ancora. Eppoi, come si diceva all’inizio, quel pizzico di sfortuna che ha caratterizzato il lunghissimo iter cominciato, pensate, circa trent’anni fa, ai tempi dell’assessore regionale ai LL. PP., Enzo Sorice, il primo a credere nel porto di Vieste, tanto da farlo inserire tra i capitoli di spesa del bilancio regionale. Un porto che, a dire il vero, non nacque per essere approdo turistico, ma peschereccio dal momento che, all’epoca, di quello si aveva bisogno. Tanto è vero che i pescatori, complice tutta la popolazione, riuscirono ad ottenere i finanziamenti dopo un clamoroso sciopero generale che bloccò di fatto la città per alcuni giorni.
Poi cambiarono le esigenze e le strategie. Finanziamento dopo finanziamento, si riuscì a realizzare il grande molo di sopraflutto (detto di tramontana), ora lungo un chilometro,  determinando un bacino portuale di circa 15 mila metri quadrati. Una risorsa importante per creare un porto turistico, ben visto dai governanti regionali di allora, certamente molti più attenti alle problematiche del Gargano che ora sembra lontanissimo dai palazzi di via Capruzzi. Alla Regione si aggiunse il Cipe, che finanziò l’opera per circa 15 miliardi di lire, per cui si vararono nuovi ed entusiasmanti progetti al fine di realizzare il primo porto turistico regionale. Si diede vita ad una società per azioni, l’Aurora Porto turistico di Vieste, il cui pacchetto azionario è detenuto quasi del tutto dal Comune (93%) che è titolare della concessione demaniale marittima. Problemi a non finire sono poi sorti per l’affidamento della gestione e del completamento della struttura portuale. Inizialmente si fece riferimento a Italia navigando, una delle consociate di Sviluppo Italia, poi smantellata dal governo Prodi, che non giunse mai ad una decisione definitiva per il porto di Vieste. Tempo prezioso perduto per ricercare altri possibili interlocutori interessati a gestire l’infrastruttura. Quindi la decisione di indire un bando pubblico, mentre talune competenze statali in materia portuale venivano trasferite alle regioni con ulteriore allungamento di tempi trattandosi di problematiche nuove per i funzionari.
Le risultanze dei bandi per la gestione fanno parte della storia “recente” del porto turistico di Vieste, tra ricorsi e palleggiamenti di competenze tra Tar e Consiglio di Stato.
Ora sembra tornato il sereno. Certo, ci sono ancora alcuni problemi da risolvere, come il dissequestro dell’area portuale sopraggiunta a seguito di accertamenti della guardia di finanza in materia igienico sanitaria (acque meteoriche da trattare, ndr), allacci elettrici ed idrici, ed altre minuzie, che potrebbero risolversi in pochi giorni in modo da consentire al raggruppamento Cidonio di aprire anche il porto di Vieste dopo quello di Rodi Garganico. Un fatto è certo, come hanno avuto modo di dichiarare i responsabili dell’impresa Cidonio. Per completare il porto di Vieste, con tutta la serie di servizi a disposizione dei diportisti, vale a dire negozi, officine, cantieri, rifornimento carburanti, alaggio, bar e ristorante, servizi igienici, parcheggi e con i suoi 700 posti barca, distribuiti su dieci pontili galleggianti dotati di tutti i servizi (acqua potabile, luce, telefono), i tempi saranno bruciati. Dopo l’inaugurazione a Rodi si passerà subito a Vieste perché il prossimo anno la festa sarà qui.
Gianni Sollitto