Le intercettazioni telefoniche che hanno fatto scattare le indagini. Verifiche della Procura di Bari anche su una delibera regionale.
Soci occulti dietro le procedure di accreditamento delle cliniche della riabilitazione alla Regione e una delibera di giunta ritenuta illegittima. Sono i retroscena investigativi che emergono dall’inchiesta coordinata dai pm Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro sulle irregolarità della prassi di accreditamento delle strutture sanitarie. Nell’indagine finora sono indagati dirigenti e funzionari dell’assessorato alla sanità e imprenditori: nei loro confronti si ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e all’abuso d’ufficio.
Indagando su questo filone i militari della guardia di finanza si sono imbattuti in alcune conversazioni telefoniche di due assessori della prima giunta regionale guidata da Nichi Vendola che in cambio di prestazioni sessuali avrebbero promesso all’imprenditore Gianpaolo Tarantini di interessarsi l’assegnazione di alcuni appalti alla sua azienda. I politici – emerge ancora dalle indagini avrebbero promesso posti di lavoro a donne disoccupate e un contratto di consulenza ad una giovane avvocata salentina. Al momento i due assessori non sono indagati perché gli accertamenti non sono ancora terminati. L’inchiesta dovrà accertare se si è trattato solo di rapporti sessuali ai quali sono seguite promesse non mantenute; oppure se le promesse hanno avuto un seguito e quindi sono stati aggiudicati illecitamente appalti, offerti posti di lavoro alla Regione Puglia e in Camere di commercio e ad enti pubblici salentini. Il legame tra le verifiche sugli accreditamenti delle struttura private (l’indagine è partita un anno e mezzo fa da un esposto di una clinica di Adelfia) e il filone sesso, appalti e politica è nato quando dalle intercettazioni è emerso che politici avrebbero avuto contatti con dirigenti dell’assessorato alla sanità per favorire imprenditori a loro vicini che gestivano le Rsa.
Anche per questo motivo – è il sospetto dell’accusa – i dirigenti dell’assessorato avrebbero fatto in modo che la giunta regionale approvasse la delibera che prorogava di un anno (dal 31 dicembre 2007 al 31 dicembre 2008) il termine ultimo per gli accreditamenti delle Residenza sanitarie assistite. Infatti, entro la fine dello scorso anno sarebbero state accreditate cinque Rsa. Uno di queste risulta dalle intercettazioni ha sede a San Giovanni Rotondo e sarebbe riconducibile al genero di un dirigente regionale dell’assessorato alla sanità. Per capire se dietro le Rsa ci siano soci occulti, i pm Rossi e Nicastro hanno disposto l’acquisizione delle visure presso le Camere di Commercio e l’acquisizione di altri documenti relativi agli assetti societari. Ci sono altre quattro inchieste della Procura di Bari sul malaffare della sanità: la pm Desirè Digeronimo indaga su un intreccio tra politica, affari e criminalità. Tra i vari filoni investigativi ci sono le nomine sospette dei primari e i finanziamenti illeciti ai partiti. Al momento l’inchiesta conta 16 indagati, tra cui direttori delle Asl, medici e imprenditori. Indagando su appalti pilotati invece il pm Giuseppe Scelsi ha scoperto un giro di escort che l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini accompagnava nelle residenze di Silvio Berlusconi. Nella stessa inchiesta è stato scoperto un vasto traffico di cocaina per le feste dei rampolli baresi: per questo sono stati arrestati Massimiliano Verdoscia e Stefano Iacovelli tirati in ballo dallo stesso Tarantini durante l’interrogatorio davanti al pm lo scorso mese di luglio. C’è poi l’inchiesta del pm Roberto Rossi che ha iscritto Tato Greco nel registro degli indagati perché considerato «socio occulto» di una delle società di Tarantini.
Angela Balenzano