Le prime cinque sezioni pugliesi: Blasi 73,4%, Minervini 22,4%, 4% al sindaco di Bari, Fusco è a zero.
Per il momento si tratta di appena cinque sezioni – le prime al voto – e il dato va preso con le pinze. Ma l’orientamento del 10% delle sezioni del Pd in provincia di Foggia – in relazione al prossimo congresso nazionale e regionale del partito – è destinato a far riflettere. Il risultato di Anzano, Casalnuovo, Castelluccio, Casalvecchio e Rignano boccia, infatti, senza appello l’esperimento ‘indipendentista’ del segretario regionale uscente, Michele Emiliano, che si riporpone alla guida del partito in Puglia. Ecco i dati. Per il nazionale, Pierluigi Bersani raccoglie il 63,2%; Dario Franceschini il 36,7% e Ignazio Marino non ottiene neanche un voto. In regione: Sergio Blasi raccoglie il 73,4%; Guglielmo Minervini il 22,4%; Michele Emiliano il 4%; Enrico Fusco lo 0%. Questi i risultati comunicati, ieri, dalla segreteria provinciale di Foggia. La ‘Repubblica indipendente di Capitatanata’, come il segretario regionale del partito ha sempre scherzosamente bollato l’area più a nord della regione, ha rimarcato – almeno per il momento – la sua fedeltà a Massimo D’Alema supporter di Bersani e Blasi. Il dato, però, è puramente indicativo. Devono infatti esprimersi altre 45 sezioni in Capitanata e 280 circa in Puglia. Tuttavia deve far riflettere perchè il meccanismo delle primarie, questa volta, è piuttosto complesso. I candidati, infatti, devono superare un ostacolo iniziale, prima di sottoporsi al giudizio del popolo delle primarie: devono cioè sottoporsi dapprima alla valutazione degli iscritti (che devono votare entro il 30 settembre prossimo nelle sezioni di appartenenza). Solo i tre candidati che avranno ottenuto il maggior numero di voti e superato almeno il 5% dei consensi degli iscritti potranno accedere – il 25 ottobre – alla seconda fase, cioè al giudizio dei gazebo.
Il quarto candidato escluso potrà rientrare in gioco solo se avrà raggiunto il 15% dei consensi degli iscritti in almeno due province. Di qui le lagnanze di Emiliano che, essendo forte soprattutto a Bari, rischia di non raggiungere quel 5% necessario nell’intera regione o, in alternativa, quel 15% in almeno due province. Su 50mila iscritti, Bari ne conta 12mila, 10mila Lecce, 8mila Taranto, 10mila Foggia e poco più di 6mila la Bat, il resto è del Brindisino. Emiliano, pur invincibile a Bari, potrebbe avere difficoltà ad accaparrarsi anche il consenso degli iscritti nelle altre cinque province. Nella Bat può contare sull’appoggio della consigliera regionale Pina Marmo; a Taranto l’assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, pur vicino al segretario uscente, ha già fatto professione di fede per Bersani; a Lecce, Blasi gioca in casa. La partita, dunque, si annuncia difficile. Dai primi dati emersi in Capitanata, poi, contro ogni previsione Blasi ‘tira’ più dello stesso Bersani, mentre l’assessore regionale Minervini entusiasma meno di Franceschini. E a ben vedere Emiliano, contrariamente ad ogni supposizione, sottrae voti più ai centristi del Pd che al candidato di Bersani, come si credeva. Tuttavia, indipendentemente da questo primo e poco significante scrutinio, l’ipotesi concreta che sembra profilarsi secondo molti attenti osservatori, è che nessuno dei candidati segretari alla guida del partito in Puglia riuscirà a superare il 51% dei consensi. In questo caso la parola tornerebbe in mano al partito, cioè all’assemblea regionale, dove conteranno il numero dei delegati ottenuti e gli accordi che le tre mozioni sapranno cucire. In questa logica va letto, allora, il messaggio criptico lanciato proprio ieri dal deputato Gero Grassi, coordinatore della mozione Franceschini in Puglia: «La classe dirigente saggia del Pd – scrive in una nota – sa benissimo che all’indomani del 25 ottobre ci si ritroverà tutti attorno ad un tavolo e chi sarà “incoronato vincitore” avrà l’arduo compito di dover rappresentare tutte le anime, facendo sentire tutti a casa».
Lorena Saracino