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Parte “Gargano Libero” tra simpatizzanti agnostici e ostili.

Reggerà la verifica Pepe? L’aggregatore di contenuti garganici promosso da Nicola Vascello e Raffaele Vigilante ha celebrato a Vico il suo primo appuntamento.

 

Gargano Libero ha mollato gli ormeggi, sinora ben attraccati on line, mercoledì pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Vico del Gargano. Di associazioni, di movimenti, di aggregatori, di contenitori politici ce ne sono tanti, hanno osservato i promotori Nicola Vascello e Raffaele Vigilante. Allora cos’è Gargano Libero? Durerà o non valicherà le nomine assessorili al Turismo e ai Trasporti del Presidente Pepe?Gargano Libero. Già, ma libero da cosa, da chi? Si sono chiesti gli intervenuti, residenti nella Montagna Sacra. Gargano Libero, hanno argomentato gli organizzatori, è un’idea, un pungolo per la classe politica, il desiderio della costruzione di un progetto. La qualificazione «libero” vuol indicare un territorio emancipato e affrancato dai campanili, dalle frammentazioni, dalle litigiosità, dal raket, dalla criminalità arcaica, post moderna e diffusa. Vascello nel primo incontro ha tracciato i temi, le questioni. La prima, la tematica ambientale che va dal parco eolico off shore, che ha visto l’opposizione del solo sindaco di Rodi Carmine D’Anelli alla trivellazione delle Tremiti. La seconda, quella relativa al turismo e alla mobilità. In una società in cui costo e velocità rappresentano i due assetti fondamentali per determinare le scelte razionali dei consumatori e dei fruitori di vacanze, ha detto Vascello, il Gargano presenta troppe rotture di carico. La mancanza di un aeroporto attrezzato è un freno alla offerta turistica garganica. La terza, l’acqua, a cui sono legate emergenze che sono affrontate soltanto nei mesi estivi e sono invece tralasciate in inverno. La quarta, la gestione dei rifiuti. “Il Gargano a breve sarà costretto a conferire nella discarica di Deliceto. Infine, la quinta istanza, la sicurezza per il turismo, affinché siano evitati fenomeni che trasferiscono immagini negative del Gargano. Ebbene, erano molti gli amministratori e gli attori sociali e politici presenti ieri l’altro all’appuntamento di Vascello e Vigilante. Possiamo dividere le anime garganiche, da sempre individualiste e potenzialmente rissose, in diversi idealtipi.
Gli apertiscettici
I consiglieri provinciali Rocco Ruo e Carmine D’Anelli hanno ascoltato il dibattito, attenti e meditativi. Secondo gli organizzatori la loro presenza era pesante in termini di possibilità e reale programmazione futura. Forti del loro ruolo istituzionale, e nel caso di D’Anelli anche della postazione di primo cittadino in uno dei Comuni più attivi della Montagna del Sole, i due consiglieri garganici potranno farsi portavoce delle questioni sollevate dal Gargano Libero. Se sapranno canalizzare le energie la loro funzione pubblica potrebbe uscire potenziata. Altro scettico, ma con garbo, è il viestano Rocco Ruggieri, che ha chiesto all’ex assessore provinciale centrista:
“Quale deve essere l’anello di congiunzione sui tavoli della politica? Quale sarà il nostro tramite?”.
I concreti
A questa categoria, senza dubbio, appartengono il sindaco Luigi Damiani, il quale ha manifestato la necessità di trovare prima i contenuti e di riuscire a sostenerli con forza. Quelle di mercoledì, a suo avviso, sono state “prove tecniche di dialogo” per individuare un percorso, un metodo. “Scegliamo tre o quattro temi e approfondiamoli, senza genericità”, è stato il suo appello. E stato concreto e fattivo anche l’ex sindaco Matteo Cannarozzi, il quale ha posto l’attenzione sul Gargano come marchio e logo, che sappia intercettare le emozioni e il ricordo dei visitatori e dei viaggiatori. “Chiediamoci quanti ristoranti offrono gli agrumi del Gargano. Dovremo prendere coscienza delle cose che già abbiamo”. Una ricchezza “fatta di natura”, è la risorsa da cogliere, secondo il funzionario Asl.
I leader
Si candida, dopo l’esperienza della candidatura alle Regionali con la Puglia per Vendola, alla leadership garganica Franco Salcuni. La sua visione è stata più che mai lucida. “La nostra carenza più grossa è l’autorevolezza territoriale. Siamo ininfluenti. C’è bisogno di leadership politica, mancano le energie, una classe dirigente nuova. Questo lavoro deve essere per forza trasversale”. E la politica di comunità, la novità che chiede Franco Salcuni. “Vedo realtà che hanno smarrito la loro identità municipale, se c’è la crisi dei Comuni, qualsiasi sfida è destinata a sfuggirci, perché non c’è metodo politico”. Nel corso del suo intervento non ha dimenticato di attaccare l’Ente Parco, divenuto, secondo l’ambientalista “un carrozzone elettorale, un ente svuotato della speranza” che gli era stata iniettata al momento della sua istituzione. “La guida del Parco è stata poco autorevole, adesso siamo in un cambio al vertice – ha osservato Salcuni – Gestiamo questo momento politicamente, in modo che la presidenza del Parco non sia il solito sgabello al politico trombato o aspirante. Abbiamo un’opportunità, qualsiasi scelta del Ministro deve essere funzionale al progetto non alla carriera personale. Ci siamo stufati di essere zerbino dei cursus honorum”. Salcuni immagina un progetto che sia riscatto del territorio con un’infrastruttura che deve guardare al futuro. “Serve una scossa d’orgoglio”.
I disfattisti
“Penso che non tutto sia stato chiaro. Ho l’impressione che molti argomenti siano stati troppo evanescenti. Gargano Libero è un’idea che non può prescindere dalla politica. È inutile parlare oggi dopo le elezioni, sembra una riunione di delusi”. Le più profonde critiche a Vascello sono giunte dall’ex sindaco di Peschici Franco Tavaglione. Suo il borbottio più feroce. Più flebile quello di Donato Di Milo.
Gli entusiasti
Primo della lista il consigliere provinciale, capogruppo Pdl, Paolo Mongiello, che ha spinto i presenti a “maturare una coscienza comune”, alla maniera di quella che ha condotto il Consiglio provinciale a riunirsi alle Tremiti.

ANTONELLA SOCCIO

l’Attacco