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Vieste – DON ANTONIO SPALATRO: L’UOMO DI DIO

 

Il 3 maggio 2010 resterà una pietra miliare nel cammino verso la santità riconosciuta di don Antonio Spalatro. La sera di quel giorno difatti è stato presentato al popolo viestano, in modo solenne e ufficiale, una sua piccola biografia. Di quella biografia è stata fatta grande diffusione non solo a Vieste nelle singole parrocchie, prevalentemente durante la benedizione delle famiglie, ma anche in Diocesi tra i sacerdoti e i seminaristi.

Abbiamo da sempre auspicato che la eccezionale figura di questo sacerdote che fa grande Vieste, l’Arcidiocesi e il presbiterio diocesano, uscisse allo scoperto, diventasse patrimonio spirituale della Chiesa nostra locale, punto di riferimento per ogni cammino di fede. Per grazia e accondiscendenza del nostro nuovo Arcivescovo Mons. Michele Castoro questo sta accadendo.
A lui abbiamo presentato lo scorso 7 aprile la supplica a prendere in considerazione la fama di santità del Servo di dio don Antonio Spalatro. Siamo sicuri che lo sta facendo in coscienza e responsabilità. Siamo certi che presto giungerà notizia che il cammino di santità di don Antonio riprenderà con maggiore lena e con atti impegnativi.
Tra questi atti impegnativi ascriviamo quello del 3 maggio 2010 sera nella Concattedrale di Vieste nell’ambito della festa a Maria, quando alla presenza di Mons. Arcivescovo, don Giorgio Trotta e Padre Fedele Mancini, priore dell’Abbazia di Pulsano, hanno presentato la biografia di don Antonio dal titolo «L’uomo di Dio».
Al cadere dell’anno dedicato dal papa Benedetto XVI al sacerdozio, avendo lo sguardo fisso sul santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, nel 150° anniversario della sua morte, presentare la figura di don Antonio al popolo viestano e alla Chiesa Diocesana, è porre l’attenzione sul sacerdote, perché sia santo nella sua missione, perché sia adeguato alle numerose e nuove esigenze del nostro tempo. Don Antonio lo è stato, precorrendo anche i tempi nei metodi e nei contenuti del suo apostolato e lo è stato soprattutto attraverso la sua santità di vita e la pratica eroica delle virtù evangeliche e sacerdotali.
«Il suo ministero ha segnato positivamente la vita di una intera generazione di fedeli, lasciando una traccia indelebile nel cuore di tanti. Egli non fece opere eccezionali, ma svolse il suo ministero con formidabile intensità spirituale. Visse di interiorità e si donò tanto a Cristo che il suo apostolato ne fu trasformato. Partendo dalla passione per Dio, si fece dono di amore per la sua gente» (arcivescovo Miche Castore, presentazione del volume).
Lo farà ancora. Dobbiamo imparare a conoscerlo, ad amarlo, ad invocarlo su di noi e su tutta la Chiesa, che di santità ne ha veramente bisogno.
sac. Giorgio Trotta