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Vieste – SUI MARCIAPIEDI C’ MANCAVN SOL I ZIPR…

 

«Mo stem a post: c mangavn sol i zipr!» è l’intercalare più ripetuto in questi ultimi tempi dagli anziani ai giardini pubblici. «I zipr», loro chiamano osì gli orrendi pannelli pubblicitari che orami disseminano i marciapiedi e gli incroci di Vieste.

Come dargli torto. Sono brutti, ingombranti, inutili. Il nostro è un paese che in questo periodo dà la sensazione di viaggiare all’incontrario. Il caso dei pseudo pannelli informativi, ma che vendono per pubblicitari, ne è una riprova.
In tutti gli altri posti, specie nelle località turistiche, li stanno facendo sparire, da noi invece proliferano. C’è pure una sentenza della corte costituzionale che li vieta agli incroci. A Vieste? Di più.
Dubitiamo che installati in quel modo siano la conseguenza di un studio ad hoc dell’assessorato preposto sia per quanto riguarda l’impatto ambientale che per l’essere confacenti ai dettami del regolamento di arredo urbano. Allora li si lascia installare per far incassare un po’ di soldini al Comune? Siamo certi del ritorno economico per la collettività?
Nell’ultimo Consiglio comunale, il consigliere ex PdL, Gino Di Rodi, senza mezzi termini ha fatto un’interrogazione: «Non si capisce il proliferare di questi inquinanti zipr». Di Rodi ha fatto esplicita richiesta all’assessorato competente di conoscere i dettagli del contratto stipulato dal Comune con la «Cibra pubblicità», la società concessionaria, chiedendone la verifica da parte del Comune e soprattutto il rispetto dello stesso.
Sembra il solito, trito e ritrito film già visto. Carta bianca alla concessionaria, senza un controllo. Risultato: ora Vieste è inondata da fasullume colorato. Tutto questo, sia chiaro, grazie anche alla benevola e inconsapevole complicità degli esercenti commerciali che acquistano quegli orrendi spazi. Ignari che l’informazione è un conto e senza chiedersi se quei pannelli informano davvero.
Quante persone riescono a leggerli, il numero dei passanti giustifica la spesa? In quale periodo tornano utili? L’investimento è proporzionato? Alla fine dell’anno c’è stato il ritorno?
La comunicazione è altra cosa. Se l’acquisto dello spazio serve per promuovere la propria azienda si è sicuri che sia il mezzo giusto? Se si ha una mela da vendere non è sufficiente dire che hai la mela: devi comunicare che quella tua mela fa bene, e… non è tutto: bisogna aggiungere che la mela «porta in paradiso». E’ l’elementare dettame del codice pubblicitario!
Quel pannello parla della tua azienda in questi termini?
A noi sembra che siano muti, anzi fermi proprio come gli orologi che li sovrastano… Inutili.