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ADORAZIONE NOTTURNA PER IL SERVO DI DIO RAFFAELLO DELLE NOCCHE

Per il 50esimo della morte del fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico (le suore dell’"Ospedale") il 22 gennaio si  anche a Vieste una veglia di preghiera

 

Mercoledì 17 novembre 2010, Piazza S. Pietro è gremita. E’ un fatto straordinario che l’udienza del mercoledì si svolga nella piazza e non nella Sala Nervi. Il motivo è presto detto: per la visita al Papa per la ricorrenza del 50° anniversario della morte del Servo di Dio  mons. Raffaello Delle Nocche, vescovo di Tricarico (Mt) sono arrivate migliaia di adesioni, a cui si sono uniti quasi tutti i Comuni della Basilicata, oltre a pellegrini stranieri prenotati da tempo. Necessitavano tre Sale Nervi o forse quattro.
 

Fa freddo ed è prevista la pioggia, l’attesa è lunga ma gioiosa. Due signore brasiliane, sedute affianco a me e mia moglie, mi chiedono il significato di tutta questa festante moltitudine. Rispondo che quasi tutti i presenti sono intervenuti per rendere testimonianza e ringraziare la Divina Provvidenza per le opere compiute dal Servo di Dio attraverso le Suore Discepole di Gesù Eucaristico, istituto fondato da mons. Delle Nocche, ed indicavo loro suor Beata, suor Damiana e tutte le altre consorelle presenti.
Da questa domanda i miei pensieri incominciarono ad andare ad alcuni ricordi personali e a fatti di storia viestana. E sì, perché da Vieste a S. Pietro eravamo quasi sessanta, più dell’1% dei presenti. Anche qui ci sarà un motivo.
Il primo mi portava alla mente le tristi condizioni in cui vivevano molti poveri anziani di Vieste, tra gli anni venti e trenta del secolo scorso. Tra l’indigenza e la solitudine, a diecine morivano in tuguri e umide grotte, abbandonati da Dio e dagli uomini. Fino a quando un manipolo di bravi viestani coinvolse tutta la popolazione in una delle sue opere più meritorie: la Fondazione dell’Opera Pia «Mendicicomio Gesù e Maria». Mia zia Giuseppina Ruggieri, però, mi ricordava che dopo la copiosa raccolta di oboli, e la donazione degli immobili da parte di don Biasino Mafrolla, non si sapeva come gestire l’opera. Intervenne l’arcivescovo di Vieste. Gagliardi, nativo di Tricarico,  presso il suo caro amico Raffaello Delle Nocche affinché provvedesse con le suore DGE, la cui congregazione aveva mosso i primi passi nel 1923.
Sta di fatto che a Vieste il 5 novembre 1929 si compie un piccolo grande miracolo. Suor Maria Machina, madre generale, accompagna nel nostro (allora) sperduto paese quattro consorelle, suor Agnese Palazzo, prima madre superiora, suor Vittoria Civino, suor Antonietta Piperno e suor Grazia Schilardi. Il cammino era iniziato. Ricordavo, ancora, le giornate intere che trascorrevo, bimbetto, nei corridoi dell’»Ospedale». Tutti, ancora oggi, mi dicono che ero terribile e mia zia Giuseppina, per far riposare mia madre che doveva accudire ad altri due figli piccoli di uno e due anni, mi portava dalle suore. Le schiamazzanti corse nei lunghi corridoi mi procuravano i severi rimproveri dalla cucina di suor Biagina e suor Carmela Angelicchio, ma anche le amorevoli  carezze di Suor Antima che mi chiedeva di farle compagnia mentre realizzava le ostie per l’Eucarestia, con una macchinetta, ai miei occhi, magica. Ricordo  anche le caramelle di suor Agnese. Più tardi i miei fratelli Giuseppe e Teresa frequentarono la scuola materna, sotto la cura di suor Elimena dal sorriso angelico.
Ero piccolo e non potevo capire, allora, quale fosse la loro missione più grande, né riuscivo a capire il significato di quella vecchia fotografia in cui si vedevano persone ben vestite e poveracci mal vestiti. Sì, notavo che oltre ai bambini dell’asilo c’erano persone più anziane che allora chiamavamo «vecchi», ma non capivo. L’ho capito dopo, da grande, quando ho conosciuto Zì Mingo, Felino, Mariolino e tanti altri, e le loro storie. Ho riconosciuto in quella vecchia fotografia mio nonno Vincenzo, che mio padre mi indicava insieme ad altri fondatori suoi amici: Tommaso Caizzi, Andrea Medina, l’arciprete Ruggieri, Michele Coppola (suo cognato), don Biasino Mafrolla ed i primi «vecchi» salvati dalla povertà e dalla solitudine. Ed ho capito che la missione delle suore era quella di occuparsi degli ultimi, sia sotto l’aspetto spirituale che materiale.
Mi venne in mente anche quel periodo di difficoltà economiche, tra gli anni ’60 e ’70, quando si paventò il pericolo di abbandono dell’Ospedale da parte delle suore DGE. Fu Peppino Chionchio a raccontarmi di quella triste lettera inviata dalla Madre Generale. In quella circostanza, si recò con Attilio Piracci, Presidente dell’ECA, a Tricarico per supplicare un ripensamento. Fu provvidenziale un casuale incontro nel cortile della Casa, con una suora molto anziana che gli chiese: «E tu giovanotto da dove vieni?». Peppino raccontò che veniva da Vieste ed anche il motivo della visita. La suora replicò: la Casa di Vieste non si dovrà mai chiudere. Si allontanò e andò a parlare con la Madre Generale.
Quell’anziana suora era Madre Maria Machina, «cofondatrice» della congregazione con Raffaello Delle Nocche, colei che accompagnò a Vieste le prime consorelle, tra cui Suor Agnese, (la quinta nell’ordine a prendere i voti), per istituire una delle prime missioni della congregazione. In seguito si trovò un accordo con l’ECA che permise alla suore di restare a Vieste. E si compì un altro piccolo grande miracolo.
Grida di gioia mi distraggono dai miei pensieri, è arrivato il Papa. Fa il giro della piazza e passa anche davanti a noi a pochi metri. Le parole più belle pronunciate quella mattina, in ricordo di S.Teresa di Lisieux, riguardavano proprio l’apostolato di un eroico sacerdote, Raffaello Delle Nocche, continuato con primitiva genuinità cristiana dalle Discepole di Gesù Eucaristico. Un tripudio di applausi. Dalla tomba di Pietro alla tomba di Paolo.Al pomeriggio nella Basilica di S. Paolo fuori le mura, a due passi dalla casa generalizia delle DGE in via delle Sette Chiese, il Cardinale Angelo Amato ha annunziato che il 22 gennaio 2011 il Congresso dei Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, esaminerà l’eroicità delle virtù del Servo di Dio per dare al Santo Padre gli elementi per decretare la Venerabilità ed avviare il cammino verso la beatificazione.
Nella notte, quindi, tra il 21 e 22 gennaio si è svolta in tutto il mondo nelle Case delle Discepole di Gesù Eucaristico un’adorazione notturna, per impetrare con preghiera ed adorazione, la grazia del riconoscimento della santità di Raffaello Delle Nocche. E’, pertanto, dovere morale, per il popolo viestano ed i suoi ministri partecipare all’adorazione notturna che si è tenuta a Vieste presso la Chiesetta dell’Ospedale all’alba del 22 gennaio 2011 tra le ore 3,00 e le 5.00 del mattino, come programmato dalla congregazione, per ringraziare di tutto il bene che la comunità viestana ha ricevuto, per oltre mezzo secolo, dalle Discepole di Gesù Eucaristico e  pregare per la santità del  Fondatore mons. Raffaello Delle Nocche.              (Franco Ruggieri)