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Paz a S. Menaio da casa dei sogni a museo dei segni

La madre Giuliana: “Mi farebbe piacere quella dimora ha una storia bellissima”.

 

L’introduzione all’argomento la “porge” lei stessa, Giuliana Pazienza da San Severo. Moglie del prof. Enrico, madre di Michele, Mariella e Andrea. Già, Andrea Pazienza. «Io mi approssimo a un’età non proprio verde – ironizza – per cui prima o poi bisognerà pensare a quello che succederà dopo… quando io non ci sarò più. Bisognerà pensare, ad esempio, a queste case. A quella di
San Severo, in cui Andrea dipingeva col padre. E a quella di San Menaio, piena di ricordi e ancora oggi avvolta da una storia famigliare bellissima». Quando Giuliana Pazienza dice “bisognerà pensare a queste case”, naturalmente- non si riferisce in alcun modo all’aspetto pratico ma a quello meramente storico, inevitabilmente affettivo, se vogliamo al loro aspetto museale. Eventualmente supportati dalle amministrazioni dei comuni garganici che Andrea Pazienza frequentava lasciando tracce evidenti del suo passaggio, alcune istituzioni culturali si dicono pronte a rispondere all’appello nell’eventualità in cui queste dimore diventassero pubbliche: A diventare, molto verosimilmente, dei musei. In sostanza quello che è successo per la casa in cui viveva Alberto Moravia, sottratta all’interesse dei privati dal Comune di Roma e oggi sede della Fondazione Moravia (via Lungotevere della Vittoria 1: visite guidate, incontri, presentazioni di libri etc). «Una cosa alla volta – prova a far chiarezza Giuliana -. Innanzi tutto mi fa piacere che se ne parli, che si parli del fatto che una casa del genere non può essere trattata come una casa qualsiasi. Andrea ha vissuto tanto, sia San Severo che San Menaio. Sono abitazioni che, in ogni angolo, rappresentano la sua personalità e il suo estro. Credo che, dal punto di vista museale e artistico, si presterebbe molto più San Menaio, dove Andrea si rigenerava veramente. Questa la considerazione generale. Se vogliamo entrare nel dettaglio – aggiunge la mamma dell’artista sepolto nel cimitero di San Severo – allora bisogna che vengano interpellati i miei figli Michele e Mariella, certe decisioni, quando saranno prese, saranno prese solo insieme a loro. Io posso solo dire che mi fa molto piacere che si pensi a una possibilità del genere, so che in molte case di grandi personaggi sta avvenendo la stessa cosa. E credo che Andrea meriterebbe lo stesso trattamento, visto quello che ha lasciato e vista la considerazione internazionale che gli viene attribuita». Si seguiranno eventuali sviluppi e proposte formali (se ve ne saranno), sta di fatto che una operazione di riconciliazione qualitativa – non solo quantitativa – tra la Capitanata e Andrea Pazienza è già in atto da diversi anni. Dalla nomina del lungomare di San Menaio appunto ad Andrea Pazieiiza, avvenuta il 20 luglio 2008. Mentre si pensa che, proprio il tragitto tra San Menaio e Peschici che Andrea copriva con la sua inseparabile Vespa, potrebbe essere addolcito da murales che ne ripropongono le opere più famose. Sarebbe un bel vedere, specie se questo percorso guidato partisse dal (per ora solo sognato) Museo del Paz.

David Grittani