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Dagli artisti agli industriali italiani «Non toccate le isole Tremiti»

Anche i vip il 7 maggio in piazza contro le trivellazioni. Ma il ministro Stefania Prestigiacomo non fa dietrofront.

 

Giù le mani dalle Tremiti. Il grido è unanime, convinto, appassionato. I cittadini foggiani, famosi o meno, non ne vogliono proprio sentir parlare di trivellazioni e di ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico. Il via libera sostanziale della ministra per la tutela dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo. ha già alzato un enorme polverone. I pugliesi, e in questo caso i foggiani sono in prima linea, non ci stanno ad assistere inermi ai diktat provenienti da Roma, così come era accaduto in passato per le centrali nucleari. Malcontento destinato a sfociare nella grande manifestazione di sabato prossimo, 7 maggio, nell’aera portuale di Termoli che vedrà sfilare fianco a fianco associazioni ambientaliste, amministrazioni locali da Puglia, Molise e Abruzzo di ogni colore politico, comitati di tutela del mare e di consumatori, consorzi di operatori turistici insieme a tanti comuni cittadini. «Da uomo del Gargano dico che è uno scempio, un gioco al massacro sulla nostra pelle – spiega accalorato l’imprenditore Eliseo Zanasi, presidente della Camera di Commercio foggiana – una scelta che rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti in questi anni per valorizzare un’area dal patrimonio incredibile. Dovrebbero essere i parlamentari pugliesi i primi a protestare contro una misura che risolve solo i problemi di qualche lobby. La Prestigiacomo non sa niente delle Tremiti».
Una presa di posizione inequivocabile ribadita dall’ex parlamentare Vladimir Luxuria: «Il turismo è il nostro petrolio, si continua a pensare al profitto immediato piuttosto che tener conto del futuro». E alza il tiro: «Spero che i pugliesi non si facciano prendere in giro dal governo, che si ribellino – auspica l’artista abituale frequentatrice delle Tremiti – ufficialmente si può dire che il ministero dell’Ambiente non esiste più. Io farò tutto quello che posso, per cominciare dedicherò alla vicenda una puntata della mia rubrica su radio 101». Effettivamente le precisazioni fatte dalla ministra siciliana («la piattaforma non si vedrebbe dalla costa») sembrano la classica foglia di fico, salvaguardando le isole al massimo dai danni al paesaggio. E che ne sarebbe del turismo, della pesca, dell’immenso patrimonio naturalistico e archeologico che custodiscono le Tremiti in caso di un terremoto o di un incidente in stile Bp in Lousiana? La risposta arriva puntuale e polemica da Menuccia Fontana, presidente della sezione Gargano di Italia nostra: «Il ministro sa che il nome delle isole deriva dal movimento sismico a cui sono sottoposte continuamente? Sa della faglia che investe la costa dalle Tremiti a Mattinata? Questo è un disastro ambientale annunciato. Ma noi non ci faremo intimorire da queste arroganze e difenderemo il nostro paradiso». La direzione da intraprendere dovrebbe essere esattamente quella opposta, secondo il rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe: valorizzazione delle risorse paesaggistiche, archeologiche e culturali del luogo. «Sarò il 7 maggio a manifestare per dire no ad un oltraggio che si vuole compiere – spiega l’archeologo subacqueo – il problema energetico esiste ma i rischi di danno, ce lo insegnano recenti esperienze, sono enormi». Piuttosto, «dico sì ad una miglior gestione e conservazione, ad un turismo di qualità sulla scia di quanto fanno ad esempio in Francia con le isole Hyeres, ad un museo della storia e dell’archeologia dell’Adriatico con sede alle Tremiti. Altrimenti torniamo sempre alla solita logica: sfruttare e prosciugare il territorio, vedi Enichem e Italsider, invece di renderlo attrattivo e turisticamente appetibile». Pollice verso anche dal comico Pino Campagna, autodefinitosi «ecologista per nome e cognome». «Non so come prendere questa notizia, se ridere o piangere – dice – penso solo che dovremmo puntare su ciò che ci ha donato madre natura». «Credo che Dio il settimo giorno non si sia riposato – aggiunge senza dubbi – creò le Tremiti, poi le guardò e disse "madò, come mi sono venute bene!"».
Decisamente colpito anche il musicista Gegè Telesforo, un habituè della zona: «Non fa piacere sentire che si trivella vicino ad un posto dove ho trascorso alcune delle più belle vacanze della mia vita. Noi foggiani siamo attenti al nostro patrimonio e in questi anni abbiamo imparato che le aziende possono commettere errori irreparabili. Resto in attesa di sviluppi e non escludo di prendere parte a qualche iniziativa». Un tentativo scandaloso di violare un luogo meraviglioso e quasi incontaminato, insomma, come conferma da Roma la scrittrice Valeria De Napoli, in arte Pulsatilla. «Occhio non vede, cuore non duole è una logica ridicola, miope – sottolinea – quello che accade in Valle d’Aosta si ripercuote in qualche modo fino in Sicilia. Manca purtroppo la voglia di fare discorsi seri, non demagogici. Noi italiani viviamo in una pozzanghera, se continuiamo a pisciarci dentro, dove ci ritroveremo alla fine?».

Nicola Signorile