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Sanità/ Ambulatori chiusi, visite rimandate. “Negli ospedali ormai è emergenza”

"A preoccupare sono la Nefrologia e la dialisi: ci sono rischi enormi per i pazienti". Un uomo era riuscito a prenotare una visita cardiologica, poi s´è sentito male. L´assessore Fiore: "Chiederemo una deroga al ministero".

 

Un esperto di reni in pneumologia. Un gastroenterologo in neurologia. Un ortopedico in giro per le medicine. Meglio non parlare degli infermieri e deigli ambulatori saltati. Non è un buon momento questo per ricoverarsi. Da Foggia a Lecce ovunque manda sia il personale medico si a quello infermieristico. "Dall’inizio dell’anno abbiamo persono più di duemila medici e non possiamo sostituirli per motivi economici: il piano di rientro ce lo impedisce", ammette l’assessore alla Salute Tommaso Fiore. "In queste ore stiamo facendo una ricognizione in assessorato dove e quali sono le criticità maggiori. Certo la situazione così non può continuare: per questo entro la prossima settimana chiederemo un incontro al ministro per porre il problema e trovare una soluzione".

La Regione ha già però una proposta. "Stiamo per chiudere la prima trimestrale con il piano di rientro – spiega Fiore – E ci troviamo perfettamente nel cronoprogramma che ci era stato dato. Per questo chiederemo al ministro una deroga: al momento il turn over, e cioè la sostituzione dei medici che vanno in pensione, è completamente bloccata. Visto che i conti vanno meglio chiederemo uno stop dell’ottanta per cento in modo tale da rendere per lo meno accettabile la situazione che altrimenti rischia di sfuggirci tra le mani".

Il problema della mancanza del personale sta toccando tutti gli ospedali pugliesi. Bari è sicuramente una delle città con la situazione più critica: appena due giorni fa all’ospedale San Paolo a coprire i turni notturni c’era un medico per due reparti, stessa situazione al Di Venere e in alcuni padiglioni del Policlinico. "Continuiamo ad avere notizie – spiega il segretario della Cgil medici, Antonio Mazzarella – di ambulatori che rimangono chiusi, di visite rimandate e di servizi essenziali che rischiano di saltare". Il sindacato sta cercando di realizzare una mappa con la situazione più critica. "A preoccupare – spiega il sindacalista – sono situazione come la Nefrologia e la dialisi: a Molfetta, per esempio, hanno problemi serissimi a seguire i pazienti con rischi enormi. Gravi le situazioni nei reparti di medicina baresi, soprattutto la notte, quando le guardie interdivisionali costringono un solo collega a tenere sotto controllo decine di posti letto, tra l’altro in reparti diversi".

E’ quello che è successo domenica a una dottoressa del San Paolo che aveva, da sola, la responsabilità di quattro reparti. O lunedì al Di Venere dove un solo medico doveva tenere sotto controllo 64 pazienti. "Al Policlinico – continua Mazzarella – i reparti arrivano dalle chirurgie, in particolare quelle universitarie. E le neuroradiologie, dove per riuscire a eseguire gli esami i medici e i tecnici sono costretti a lunghissimi turni di reperibilità che tra l’altro costano decine di migliaia di euro all’azienda". Nel più grande ospedale della Regione da tempo è stata pensata una riorganizzazione – che fa rima in realtà con ottimizzazione – dei reparti che prevede il taglio delle cliniche doppione e la distribuzione del personale all’interno di macrostrutture. Il lavoro è cominciato ma in alcuni casi, si vedano per esempio le chirurgie ospedaliere, non sta dando gli effetti sperati con situazioni che non riescono a essere sempre controllabili. In ogni caso, per lo meno quest’estate, la chiusura dei reparti per l’estate si sentirà di meno perché il lavoro di accorpamento delle strutture ha già prodotto i primi risultati. In ogni caso verranno mantenuti intatti i posti nelle terapie intensive e nelle chirurgie mentre gli ambulatori tra luglio (dove si cercherà di mantenere qualche turno) e agosto saranno praticamente chiusi.

A creare problemi non è soltanto la mancanza strutturale dei medici. Nei giorni scorsi è scoppiata l’emergenza degli infermieri: sono scoperte 216 posizioni, mentre altri 68 addetti risultano assenti per malattie o altri motivi. Il dato è quindi di meno trecento persone. Una situazione che ha costretto l’azienda a prolungare tutti i contratti "a tempo determinato, pur in presenza delle disposizioni in materia di riduzione della spesa per assunzioni a termine che, nel caso specifico, non possono essere perseguite pena la compromissione dei livelli essenziali di assistenza, come peraltro rappresentato all’assessorato alla Salute" si legge nella delibera. "Attualmente – spiega il direttore generale Vitangelo Dattoli – gli infermieri sono sottoposti ad un eccessivo carico di lavoro e ai quali va assicurata, data l’approssimarsi della stagione estiva, il godimento del congedo ordinario spettante".
Accanto all’emergenza reparti esiste poi il problema liste d’attesa che si riversa sul Pronto soccorso. Martedì mattina, per esempio, un signore che era riuscito a prenotare una visita cardiologica (così come richiesta dal medico di famiglia) a sei mesi ha accusato un malore – un forte dolore al petto accompagnato da sintomi di svenimento – appena uscito dal Cup. Gli infermieri lo hanno immediatamente accompagnato al Pronto soccorso dove è stato sottoposto immediatamente a un eco e un elettrocardiogramma. Stava bene, per fortuna. E non servirà nemmeno più la visita di dicembre 2011.