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Cagnano Varano/ La protesta popolare ferma il consultorio “le bimbe restano lì”

Stamane Libera e Federica,le due ragazzine di Cagnano di 14 e 11 anni contese dai genitori, non saranno portate d’autorità verso quella casa famiglia di Foggia che il Tribunale di Milano ha loro assegnato in esecuzione di un’ordinanza emessa un anno e mezzo fa. «Resteranno con la madre – preannuncia l’assistente sociale dell’Asl di Ischitella, Giuseppina Iacovelli, che sta seguendo il caso – mio dovere sarà comunque informare il tribunale».

A Cagnano però questa storia ha commosso molti. Viene annunciata per stamane una protesta popolare, a difesa delle due bambine e della mamma, il sindaco Nicola Tavaglione dice che bisogna fermare «questa bruttura”. Al consultorio però non ci stanno a passare per orchi. «Questa storia – spiega la signora Iacovelli – va avanti da quando i genitori delle due bambine si sono separati, due anni e mezzo fa. Il tribunale di Milano, dove il padre vive, è intervenuto su richiesta del genitore per consentirgli di rivedere le figlie in modo più continuativo e diretto. Il punto di riferimento per le bambine resta la mamma, ma per ripristinare il rapporto con il padre devono essere portate in uno spazio neutro e con operatori che non possiamo più essere noi. Non è un atto di violenza il nostro, lo sarebbe stato se avessimo eseguito la sentenza dopo due mesi. La mamma delle due ragazze – aggiunge Iacovelli – le tiene bene, nulla da eccepire: ma l’alienazione genitoriale è comunque maltrattamento». I compaesani che prendono le difese di Libera e Federica sostengono che «le due ragazze hanno già dichiarato di non voler restare con il papà». Mercoledì scorso, quando il personale del consultorio si è recato a Cagnano per provare a convincere le due minori a seguirle, Libera (la più grande) è scappata trovando rifugio in una chiesa.
Una vicenda che ha straziato il cuore dei cagnanesi che hanno stampato anche alcuni volantini per tutelare il diritto delle due ragazzine a decidere con chi restare. «Sono 22 anni che lavoro in questo servizio – spiega l’assistente sociale – mi rendo conto che certe situazioni lasciano l’amaro in bocca e non sono facilmente comprensibili da chi le vive osservandole magari solo da una parte. Ma la mia esperienza mi dice che se ci fermassimo queste bambine perderebbero la figura paterna che oggi chiede di poter restare al loro fianco. Domani (oggi: ndr) io non farò nulla, noi facciamo solo l’interesse dei minori. Ma voglio ricordare che l’affidatario delle due minori è questo consultorio e che c’è una limitazione alla potestà genitoriale di cui bisogna tener conto».

Massimo Levantaci