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Rodi/ PRIMA GIORNATA DELL’AMMALATO

Il parroco della Chiesa Madre San Nicola di Mira in Rodi Garganico  don Michele Pio Cardone ,con la Pia Unione Amici di Lourdes e con  il patrocinio del Comune di Rodi Garganico,ha indetto per domenica 18 settembre la Prima Giornata dell’Ammalato.

 

Programma

0re 17,30 Corteo degli ammalati per le vie della Parrocchia-Chiesa Madre San Nicola di Mira.
0re 18,00 Santa Messa in Piazza Rovelli per tutti gli ammalati della città.La messa sarà concelebrata da don Luigi Nardella(cappellano della Pia Unione Amici di Lourdes)e da don Michele Pio Cardone
Il parroco don Michele Pio Cardone ha voluto celebrare questa Giornata Dell’Ammalato subito dopo le vacanze estive per ricordare a tutti i suoi parrocchiani la triste condizione dell’ammalato forse troppo spesso dimenticato nei mesi estivi.Questo è parte del contenuto della sua omelia in occasione di questa giornata.
"Se ogni uomo è nostro fratello, tanto più il debole, il sofferente e il bisognoso di cura devono essere al centro della nostra attenzione, perché nessuno di loro si senta dimenticato o emarginato; infatti “la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. Questo vale per il singolo come per la società. Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana” .Le iniziative che saranno promosse nella Parrocchia in questo nuovo Anno Pastorale , siano di stimolo a rendere sempre più efficace la cura verso i sofferenti.
 Il Figlio di Dio ha sofferto, è morto, ma è risorto, e proprio per questo quelle piaghe diventano il segno della nostra redenzione, del perdono e della riconciliazione con il Padre; diventano, però, anche un banco di prova per la fede dei discepoli e per la nostra fede: ogni volta che il Signore parla della sua passione e morte, essi non comprendono, rifiutano, si oppongono. Per loro, come per noi, la sofferenza rimane sempre carica di mistero, difficile da accettare e da portare. I due discepoli di Emmaus camminano tristi per gli avvenimenti accaduti in quei giorni a Gerusalemme, e solo quando il Risorto percorre la strada con loro, si aprono ad una visione nuova.Anche l’apostolo Tommaso mostra la fatica di credere alla via della passione redentrice: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo” (Gv 20,25). Ma di fronte a Cristo che mostra le sue piaghe, la sua risposta si trasforma in una commovente professione di fede: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28).

Tina Guerra