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Natività di Gesù Cristo: una lezione di economia

Molte persone invecchiano perché usano sempre le stesse parole. Avviene anche per i cristiani.

La fede va ringiovanita con le parole della fede e delle sue opere, cioè con le parole, i tempi e i modi con cui la fede si coniuga e si realizza nella realtà. Cioè con nuove economie. Soprattutto quando facciamo memoria degli eventi della vita di Gesù Cristo. Spieghiamoci.

Natale e natività

Natale è una parte dell’espressione latina dies natalis (il giorno della nascita). Natività invece è la parola che celebra e ricorda il giorno di nascita di una persona importante, autorevole,
regale, unica. Il giorno della nascita di questa persona è ritenuto cioè un evento significativo, non solo per lui ma per tanti altri, un giorno da ricordare e tener presente ogni anno, nel suo compleanno.

Natale di Gesù e/o Natività di Gesù Cristo

Per celebrare la natività di Gesù Cristo è ovvio che deve pur nascere! L’evento della Natività presuppone l’avvenimento del Natale. Anche Gesù ha il suo compleanno. Se l’uomo/persona Gesù, come tutti gli uomini ha un suo dies natalis di nascita, come uomo/ persona/Dio Gesù Cristo ha anche la Sua natività per quel che significa e rappresenta per i cristiani.

La Natività di Gesù Cristo

Certo per ogni mamma e papà la nascita di un figlio amato e desiderato è un evento di natività. Ma è una natività circoscritta alla famiglia, alla parentela. La natività di Gesù invece è
e può essere un evento per tutti coloro che lo scelgono come fratello atteso e nato nella famiglia umana: Puer natus est nobis, et Filius datus est nobis (come canta l’introito della Messa
del giorno della Natività del Signore Gesù Cristo).

Nobis et pro nobis

Nobis perché con il suo dies natalis della nascita viene a far parte della famiglia degli uomini. Pro nobis perché a sua nascita è a vantaggio, a favore (pro) di ogni componente della famiglia
degli uomini. Infatti è una nascita che aggiunge e investe benessere e salute a tutti coloro che sono consapevoli di non stare tanto bene o che si potrebbe vivere ancora meglio. Una proposta di salute e benessere pubblica e personale, secondo l’intenzione di chi (Dio Padre) ha voluto questa nascita e secondo la soddisfazione di chi (gli uomini) con gioia ne vuol godere la gioia della Sua Natività.

Ogni nascita è una parola nuova nel mondo

Tra le tante riflessioni della tradizione ebraica sui bambini, si dice anche che la nascita di ogni bambino aggiunge una interpretazione nuova alla Tôrāh (alla Bibbia). Un parola nuova è una nuova sorgente di vita, una prospettiva nuova alla realtà che esisteva prima della nascita di quel bambino. Ogni bambino è una nuova parola per dare un nuovo significato al mondo. Una parola da investire, da far crescere nella realtà di questo mondo. E’ una nuova possibilità di organizzare il mondo secondo nuove speranze, quelle della Natività di questo Puer del quale ancora una volta oggi (hodie) nel 2011 facciamo memoria: nell’antifona al Magnificat dei vespri della Natività l’avverbio di tempo presente hodie è la marcatura che cadenza l’evento dichiarandolo sempre di più con i due punti continui: hodie Cristo è nato: «hodie è apparso il Salvatore: hodie in terra cantano gli angeli e giubilano gli arcangeli: hodie esultano i giusti, dicendo: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che vogliono compiere opere buone».

Grazie alla Natività di Gesù Cristo

Miriam (Maria, ‘la Madonna’), la mamma di Gesù, «custodisce» e «”rende simboliche” nel suo cuore» (Lc 2,19). custodisce nel suo cuore quelle parole che gli furono annunciate dall’arcangelo Gabriele nove mesi prima (Lc 1,26-38) ed ora la loro realizzazione. Noi che siamo distanti anagraficamente circa 2011 anni da quella nascita possiamo constatarla come un evento che ha generato altri eventi, ha trasformato il modo di interpretare la realtà, ha dato inizio a nuove realtà, ha fatto insorgere nuove speranze, ha deluse altre, ha dato motivo e significato ad esistenze investire nel suo nome. La Natività di Gesù Cristo ha permesso di codificare nuovi insegnamenti e nuovi principi e progettazione della vita: ha inaugurato la speranza in una nuova economia dell’esistenza e della storia degli uomini.

Economia

Nella parola economia è custodita la parola casa (eco-, dal greco oikía, casa). La mia casa, se l’economia è personale e familiare, quella di tutti gli uomini, se l’economia è dell’intera famiglia
degli uomini (preferiamo ancora una volta la parola “uomini” a quella di umanità, parola più astratta e poco concreta per chi concretamente ha tra le braccia un bambino appena nato). L’altra parte della parola economia è –nomia (dal greco nómos che tra l’altro indica una regola, un principio, una via, una direttiva, una prospettiva, un orizzonte, ….tutto ciò che trasforma la tua vita in un progetto perché la regola, la proporziona ai valori, le dà un orizzonte). L’economo è colui che conosce i bisogni di una comunità e ne proporziona le risorse, anzi le cerca, le amplifica per poter ancor più permettere di trasformare i bisogni in benessere, la necessità in scelta, la vita in sogno. Quella inaugurata dalla natività di Gesù Cristo è un’economia nuova, nata da un’economia antica, quella gestita e praticata da suo Padre, del quale ne continua le intenzioni, anzi amplifica i referenti: non solo ed ancora il popolo di Israele ma anche le altre genti sono i referenti di questa nuova economia del suo Figlio Gesù Cristo.

L’utopia di questa economia

I sogni invecchiano con l’età, l’utopia ringiovanisce la loro anzianità. Questa nuova visione dell’esistenza degli uomini che promette e garantisce salute, benessere, pace, giustizia… , che
propriamente nel linguaggio biblico è chiamata “economia della salvezza”, inizia con la Natività di Gesù Cristo e trova la sua garanzia nella risurrezione ad una nuova vita dell’adulto Gesù Cristo, ora bambino appena nato. La qualità di questa economia è tutta nella persona di Gesù Cristo. E’ lui l’economo di questa storica azione economica per migliorare la condizione umana. E la sua economia è così concreta che i cristiani evangelici le hanno dato un nome ancora più concreto della parola ‘salvezza’: infatti parlano di salvazione. L’economia di Gesù Cristo permette di realizzare azioni e programmi concreti di salvezza. E’ un’economia che non ha regole codificate dagli uomini se non quelle che si possono dedurre da quanto il suo economo Gesù Cristo ha insegnato e vissuto: è Lui l’economo e l’economia, il Salvatore e la salvezza, il Progettatore e il progetto. Questa particolarità qualifica come utopica la sua economia. Un’utopia utopica non utopistica. Ancora una volta due parole diverse per due speranze differenti. L’utopista è colui che ha spento la speranza e non la fa nascere più perché ha costatato e deciso che tutto non ha
futuro: anzi tutto ciò che gli sembrava potesse farlo stare meglio si è dimostrato una illusione e quindi è ‘più economico’ lasciar stare, anzi giudica irrealizzabili tutto ciò che viene proposto
dall’economo Gesù Cristo. Non che non siano belle idee, però non sono praticabili e realizzabili. L’utopico invece è colui che pensa che una montagna si può scalare passo dopo passo, così come un sogno si può realizzare se lo si comincia a vivere da svegli. L’utopico vive il già realizzato (di cui ne gode i frutti di questa economia al presente) e si dà da fare per ciò che ancora resta da realizzare (per poter godere ulteriormente e del tutto quanto quest’economia utopica potrebbe realizzare nel futuro prossimo). Quella di Gesù Cristo è un’economia utopica e la sua Natività è l’atto di inaugurazione e di speranza di questa nuova economia.

La liturgia dell’Economo

Gesù Cristo è il puer della nuova economia che si realizza nobis et pro nobis. Auguri a chi vuole farne parte. Ha ancora a disposizione nuove parole per economie utopiche inaugurate da Colui che la liturgia di rito latino nella Natività del Natale di Gesù Cristo celebra come Salvator mundi (Salvatore del mondo), Salus mundi (salute, salvezza, salvazione del mondo), Spes perennis omnium (perenne speranza di tutti), Rex pacificus (Re che opera la pace), Redemptor omnium (Redentore di tutti), Salvator saeculi (il Salvatore della storia di questo mondo)… Auguri per una sua adulta e consapevole accoglienza.

* pasquale.troia@fastwebnet.it