Novità dal Parco Nazionale del Gargano: domani 15 marzo scade il mandato quinquennale (15 marzo 2012-15 marzo 2017) dell’attuale presidente del Parco Nazionale del Gargano Stefano Pecorella (in carica dal 2010 prima come commissario nominato dall’allora ministro azzurro Stefania Prestigiacomo per un biennio e poi come presidente dal 2012, intesa tra il ministro Clini ed il presidente Vendola, governo Monti). Ma contrariamente a quanto si riteneva alla vigilia, al suo posto -nelle more – non entrerà in carica (l’iter non è ancora partito) l’attuale vice presidente Rocco Ruo (con Pecorella e Pasquale Coccia costituisce la giunta esecutiva) nonostante gli organi statutari (consiglio direttivo compreso) siano “in piedi” dal 2015. No. Resterà in sella ancora Stefano Pecorella. Perché dal Ministero dell’ Ambiente è arrivata a Monte Sant’ Angelo nei giorni scorsi una proroga di 45 giorni (scadenza a fine aprile). E’ la novità delle ultime ore. Domani pertanto non sarà l’ultimo giorno -dopo sette anni- per l’avvocato sipontino. Per lui altri 45 giorni in sella (fino al 28 aprile). E potrebbe anche restarci a lungo, se nel frattempo non dovesse intervenire l’intesa – per la nomina del nuovo presidente- tra Ministro e governatore di Puglia, tra Galletti e Emiliano. La normativa al riguardo prevede (per la proroga) un tetto massimo addirittura di ben sei mesi. Per cui dopo un biennio da commissario (dal 2010 al 2012), grazie a reiterati decreti tutti di tre mesi firmati dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo e tutti impugnati dalla Regione Puglia davanti alla Consulta (che li annullò) per conflitti di attribuzione e dopo cinque anni (2012-2017) da presidente, per Pecorella “l’avventura” al Parco continua E potrebbe anche continuare altri cinque anni (2017-2022) alla luce di questa proroga concessa dal Ministero dell’ Ambiente pur con gli organi statutari dell’ente in piena funzione. Come leggere altrimenti questa scelta -un preludio alla riconferma? – del Ministero. E’ vero che formalmente le proroghe vengono concesse (e non negate a nessuno) su richiesta dello stesso presidente in base ad esigenze eccezionali, ma a nessuno sfugge che così facendo il Ministero abbia concesso a Pecorella un assist formidabile: ovvero farlo partecipare al procedimento dell’intesa non da ex, ma da presidente ancora in carica. Una bella differenza, insomma. Viceversa, se fosse emerso l’orientamento (da Roma) di abbandonare Pecorolla- al suo destino, dal Ministero avrebbero – una volta scaduto il mandato naturale – optato per l’affidamento delle redini dell’ente al vice Rocco Ruo, utilizzando i successivi 45 giorni per trovare l’intesa con la Regione per un nuovo nominativo. La concessione della proroga ha invece “il sapore” di un mantenimento dello status quo. Forse allo scopo di perpetuarlo. Pecorella potrebbe veramente succedere a sé stesso, nonostante dal territorio pressante è la richiesta di un segnale di discontinuità, come dimostra il frenetico varo di trne (comunità dei sindaci) su terne (ambientalisti) di aspiranti alla successione. Anche perché – per dirla con qualcuno esperto di come vanno le cose nei Palazzi Romani – a “Roma di quello che succede sul territorio, non arriva nemmeno l’eco”. Non depone a favore di Pecorella però “il precedente” del compianto Matteo Fusilli: in scadenza nel febbraio 2004 con gli organi statutarì in piedi (era in carica dal 1999) all’allora presidente-del Parco -nativo di Monte Sant’Angelo e residente a Manfredonia – fu concessa una prima proroga (richiesta) di 45 giorni. Ma non la seconda, pure richiesta. Allora entrò in carica il vice presidente Nicandro Marinacci fino a giugno, quando fu poi nominato al vertice (intesa tra Ministro Ambiente Matteoli (An) e presidente Regione Raffaele Fitto, centro destra) l’avvocato sipontino Gatta.
Francesco Trotta
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